1 MAGGIO: FESTA DEI LAVORATORI
“Primo maggio, su coraggio”!
Per un LAVORO, si mente. Per un LAVORO, si soffre. Per un LAVORO, si muore. Stevie, un meraviglioso Robert Carlyle (attore feticcio di Ken Loach), lavora sotto falso nome in un cantiere – dopo essere uscito di prigione. Susan/Emer McCourt, la sua compagna, vuole diventare una cantante, ma riceve solo porte in faccia.
Degli operai uccidono topi, gioco macabro per una pausa dal lavoro, li schiacciano e ne ridono. I topi vengono schiacciati dagli operai che, a loro volta, vengono schiacciati dai loro capi. C’è tanta rabbia ma anche rassegnazione nei protagonisti di Riff Raff – Meglio perderli che trovarli, film di Ken Loach, del 1991. L’autore racconta, con il patos ideologico che lo contraddistingue, il governo neoliberista della (The)Iron Lady Thacher attraverso la metafora del cantiere inglese, sviscerando gli ultimi e i loro problemi, lo squallore e le condizioni difficili in cui vivono e lavorano. Loach indaga i temi a lui più cari: il lavoro, la precarietà, gli operai, delineando l’agiografia dei perdenti sociali, feriti sotto tutti i punti di vista, poveri cristi offesi e oltraggiati nella mancanza di diritti e nell’accettazione senza se e senza ma di questa situazione. Al centro il degrado urbano che trasuda prevaricazione e umiliazione. Dopo il lavoro Stevie vive una relazione complicata, struggente, dolorosa con Susan: lui è forte e dolce, ribelle e “guerriero”, lei è una cantante sensibile e delicata, disperata e depressa. Sembrano completarsi ma per due anime così segnate, non c’è tempo per la depressione – come dice Stevie. Quella di Loach è una regia diretta, fredda – tanto quanto la fotografia, plumbea e sgranata – in sintonia con i protagonisti: l’occhio cinematografico è fisso su di loro, sulla loro condizione trista e avvilente. Riff Raff spaventa per la forza semplice con cui racconta la (a-)normalità e la rassegnazione, la disperazione, il sudore, il sangue versati per ottenere e mantenere qualcosa, il LAVORO, che è un diritto, un’esigenza, espressione di LIBERTA’ e PARTECIPAZIONE. Quella di Loach è una tragicommedia – si soffre con i cantierini che vivono in condizioni terribili, si piange quando i personaggi litigano, si drogano, muoiono, ma il tutto è impregnato di ironia inglese – ma anche il racconto dell’attualità che pesa sulle nostre spalle, talvolta fino a schiacciarci. Ancora oggi si mente, si soffre, si muore per il lavoro e ancor di più oggi, 1° maggio, si mente, si soffre, si muore perchè il lavoro non c’è.
Riff Raff – Meglio perderli che trovarli [Riff Raff, Gran Bretagna 1991] REGIA Ken Loach.
CAST Robert Carlyle, Emer McCourt, Jimmy Coleman, George Moss.
SCENEGGIATURA Bill Jesse. FOTOGRAFIA Barry Ackroyd. MUSICA Stewart Copeland.
Drammatico, durata 95 minuti.