SPECIALE ANIMAZIONE GIAPPONESE
Chichiro in Wonderland
Chichiro ha messo il broncio. Rannicchiata sul sedile posteriore non sa che farsene di scuola e casa nuove, sa solo che alle spalle ha lasciato il suo passato e che il suo primo mazzo di fiori è un regalo d’addio. Ma quando il padre perde la bussola, un misterioso mondo incantato si spalanca davanti a lei, tra ombre spaventose e magiche presenze.
Premiato agli Oscar del 2003 come miglior film d’animazione – un Oscar non ritirato per protesta contro la guerra in Iraq – dopo un Orso d’oro a Berlino ex aequo con Bloody Sunday, l’undicesimo lungometraggio dello Studio Ghibli ha consacrato il talento visionario di Hayao Miyazaki. Ispirato a Il meraviglioso paese oltre la nebbia di Sachiko Kashibawa, La città incantata accompagna la piccola Chichiro nei meandri di un regno impossibile, dove il coraggio le sarà indispensabile per salvare se stessa e i propri genitori. Un cammino scandito in tappe progressive, dall’ingresso nella foresta popolata di idoli al distacco dal proprio passato, dalla perdita delle radici (i genitori, le scarpe, i calzini) a quella dell’identità (il nome rubato dalla strega Yubaba) fino alla maturazione sofferta delle proprie qualità interiori. Tornano temi cari al maestro, con divinità della natura logorate dal progresso e bambini ancora capaci di “vedere oltre”, grazie a una comprensione innata e intuitiva. Ruote motrici e carte di credito si innalzano a nuovi numi dell’umanità, mentre gli spiriti intossicati cercano ristoro nelle terme incantate. All’ingordigia che porta alla morte, quando non sfocia in sopraffazione, Chichiro oppone un rifiuto istintivo, dettato dalla forza di un amore invincibile. Ma nessuna scissione manichea appiattisce la complessità dell’universo sfumato di Miyazaki. La maestria inconfondibile dei disegni, l’abilità nel tratteggiare atmosfere di mirabile sospensione onirica ammantano il film di un fascino singolare. Moltissimi i richiami che nutrono il suo immaginario: dalla mitologia giapponese all’infanzia autobiografica, senza contare i personaggi che popolano la città, come il bebè gigante ispirato a Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett o il lampione monopede in omaggio alla lampada Pixar. Un susseguirsi di trovate incantevoli e affreschi di sorprendente bellezza che accomunano le opere del regista, eleggendolo a indiscusso maestro dell’animazione giapponese contemporanea.
La città incantata [Sen to Chihiro no kamikakushi, Giappone 2001] REGIA Hayao Miyazaki.
CAST (DOPPIATORI ORIGINALI) Rumi Hīragi, Miyu Irino, Mari Natsuki, Bunta Sugawara, Yumi Tamai.
CAST (DOPPIATORI ITALIANI) Erica Necci, Emiliano Coltorti, Sonia Scotti, Stefano De Sando, Marzia Dal Fabbro.
SCENEGGIATURA Hayao Miyazaki. ART DIRECTOR Yôji Takeshige. MUSICHE Joe Hisaishi.
Animazione, durata 125 minuti.