SPECIALE ANIMAZIONE GIAPPONESE
Gatti parlanti e manici di scopa
Tra Il mio vicino Totoro e Porco rosso Hayao Miyazaki scrive e dirige nel 1989 Kiki – Consegne a domicilio, la storia di un’apprendista strega tredicenne che deve farsi strada in una grande città nel suo anno di noviziato. Distribuito in Italia per l’home video nel 2002, approda solo ora nelle nostre sale.
L’essere magica di Kiki rappresenta una condizione molto concreta di diversità: l’idea del periodo di formazione è per Miyazaki occasione di raccontare le difficoltà della crescita e dell’integrazione nella comunità prescelta, tra spinte normalizzatrici (che coinvolgeranno ahimé anche Jiji, l’adorabile gatto parlante) e diffidente auto-esclusione. Che sia il passaggio da apprendista a strega vera e propria, o quello da bambina ad adolescente, il rito di iniziazione, che qui passa anche per l’autosufficienza da raggiungere tramite il lavoro di “corriere volante”, si accompagna a scosse di instabilità, crisi di sfiducia e slanci intraprendenti. Così lo scontrarsi di Kiki con le difficoltà dell’aprirsi agli altri provoca a un certo punto l’indebolimento della magia: non si tratta di banale contrapposizione tra normalità e straordinarietà, tra il peso della diversità e il desiderio di accettazione, ma è piuttosto un passaggio obbligato per imparare ad armonizzare le diverse sfumature di una personalità in formazione. Nelle parole di Ursula, la pittrice del bosco, la magia è un dono individuale al pari dell’abilità in pittura o in cucina, che definisce la propria identità: il problema sta nell’imparare a conciliarla con il mondo circostante. A differenza di molti film di Miyazaki in cui l’inspiegabile pervade la realtà, qui la magia è circoscritta a caratteristica della protagonista e della sua famiglia. Lo spirito vitale della natura si manifesta come sempre sotto forma di agenti atmosferici: tempeste improvvise e soprattutto un vento imprevedibile capace di spazzare via in un attimo le intenzioni degli uomini. Altre peculiarità della poetica di Miyazaki sono presenti in forma ridotta: il flusso comunicativo che coinvolge persone e animali; la naturale empatia tra la ragazzina protagonista e le donne adulte e anziane che incontra lungo il suo percorso; il fascino del volo e della velocità, esperienze irrinunciabili cui aspirare tramite creatività e invenzioni, come fa il ragazzino Tombo. Pur essendo uno dei film più lineari di Myiazaki, e scontando un finale che ristabilisce un equilibrio nuovo in modo forse troppo frettoloso, il ritratto di Kiki si fa apprezzare per originalità ed efficacia, e va ad aggiungersi alla galleria di bei personaggi femminili che compongono la filmografia del Maestro giapponese.
Kiki – Consegne a domicilio [Majo no takkybin, Giappone 1989] REGIA Hayao Miyazaki.
SCENEGGIATURA Hayao Miyazaki. ART DIRECTOR Hiroshi ?no. MUSICHE Joe Hisaishi, Yumi Arai.
Animazione, durata 102 minuti.