Far East Film Festival 15, 19 – 27 aprile 2013, Udine
Un’armatura con l’anima
Se Ezio Auditore, il protagonista della saga videogame Assassin’s Creed, fosse vissuto in Cina qualche secolo fa presso la corte Quing si sarebbe probabilmente trovato a suo agio nel gruppo delle Ghigliottine, un’elitè di sicari che svolgono con zelo e precisione il compito di mantenere la pace nell’Impero cinese.
Addestrati a pensare unicamente come un gruppo le cui vite sono solo uno dei tanti mezzi per servire il sovrano, si muovono usando armi rotanti e spade che diventano frisbee acuminati all’occorrenza. Sono rapidi, efficienti ed infallibili, finchè l’inseguimento del ribelle Lupo diventa una guerra ben più grande per la loro sopravvivenza. Il film poteva basarsi solo su coreografie complicate e l’abbondante uso di armi classificabili come stemapunk, una moda che sembra prendere sempre più piede sul grande schermo. Molta azione, contornata dall’alternanza tra interni di lusso soffocante e boscosi altipiani, e qualche colpo di scena avrebbero comunque ottenuto un prodotto decente, di sicuro più originale della produzione hollywoodiana che recentemente sembra incartata in una spirale di remake e reboot senza fine. Il regista Andrew Lau, invece, cerca di infondere anche un’anima a quest’opera, facendo scoppiare una serie di conflitti a catena, prima fra tutti lo scontro fra tradizione e modernità, fra singolo e gruppo e via di questo passo, che obbligano i protagonisti a sgretolarsi per potersi poi ricomporre in un’ottica tutta nuova. Niente figure immobili, bensì sfaccettate e quindi per questo credibili. Più che i colpi di scena, a dir il vero non sempre così inaspettati, è la maturazione dei personaggi a cogliere piacevolmente di sorpresa. Il protagonista è incarnato da Leng, eroe umano, troppo umano, capo e guida morale delle Ghigliottine, che si ritrova a non poter essere più l’infallibile punto fermo in un mondo pronto a spaccarsi sotto la pressione di un cambiamento troppo violento, di una modernità la cui colpa non è tanto quella di scardinare tradizioni secolari, ma di farlo assurgendosi a unica ed assoluta concezione della vita, travolgendo con il fuoco dei cannoni una realtà che semplicemente non è in grado di comprendere.
Perché, sembra quasi dirci il regista, a volte il compromesso diventa un lusso irraggiungibile.
The Guillotines [Id., Honk Kong 2012] REGIA Andrew Lau.
CAST Ethan Juan, Huang Xiaoming, Shawn Yue, Li Yuchun.
SCENEGGIATURA Yuet-Jan Hui. FOTOGRAFIA Yuen Man Fung. MUSICHE Kwong Wing Chan.
Avventura/Azione, durata 112 minuti.