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Inizia la stagione del terrore
Attacco al potere (The Siege) si apre con le immagini dell’attentato del 1996 alle Khobar Towers che causò la morte di 19 militari americani vicino alla città di Dharan, in Arabia Saudita. Un falso notiziario attribuisce l’attacco terroristico all’organizzazione capeggiata dallo sceicco Ahmed Bin Talal.
La sorprendente e ricercata somiglianza dello sceicco al leader di Al Qaeda, nel 2004 riconosciuto colpevole di quella strage, stabilisce la prima apparizione cinematografica di Osama Bin Laden.
The Siege può essere considerato un film-manifesto del crescente clima di paura avvertito a fine secolo intorno al fondamentalismo islamico. Più di ogni altro film fantapolitico degli anni ‘90, anticipa i temi della guerra al terrorismo e le contraddizioni del sistema democratico messo in crisi dopo gli avvenimenti del 9/11. Oltre a testimoniare come veniva percepito il pericolo di un attacco imminente, tre anni prima dell’11 settembre, in tempi non sospetti, ricostruisce quella che sarebbe stata la reazione dell’apparato strategico americano e il delicato rapporto che lo legava a doppio filo con le cellule terroristiche attive all’interno del paese. Nella trama ritroviamo anche le misure restrittive che verranno adottate dalla polizia e dal controspionaggio statunitense: “i leader della comunità araba – dice il direttore dell’FBI – amano questo nazione quanto noi, e quanto noi vogliono con tutte le forze che i criminali vengano condannati. Detto questo dovrete perquisire ogni buco, nascondiglio, mercato, centro sociale, ogni organizzazione studentesca, che abbia mai detto anche una sola parola negativa sugli Stati Uniti”. E’ quello che accadrà dall’entrata in vigore del Patriot act. Da quando verranno rafforzati i poteri governativi con il noto “mandato preventivo”, centinaia di persone saranno incarcerate – come accade nel film – senza dover esibire prove concrete della loro colpevolezza, violando i diritti processuali garantiti dalla legge. Il film di Edward Zwick è tuttavia un action-movie tradizionale, un buon prodotto di mercato, costruito grazie ad un budget che gli permette un cast di primo livello (Denzel Washington, Bruce Willis, Annette Bening, Tony Shalhoub) e la possibilità di girare scene altamente spettacolari. Per quanto si dimostrerà “profetico” e vicino ai fatti che cambieranno la storia, non ha l’intento di approfondire tematiche sociali che da lì a pochi anni saranno al centro del dibattito pubblico. Ma nel raccontare il pregiudizio verso il mondo arabo, sempre più presente nei discorsi mediatici e governativi sulla sicurezza nazionale, dimostra una grande conoscenza delle dinamiche interne al paese. Ad accompagnare i ritmi frenetici dell’azione, non manca qualche virtuosismo estetico come il cambio di ambientazione iniziale, dal deserto alla metropoli, giocato con un suggestivo movimento di macchina che ci mostra un primo piano del muezzin in preghiera sul minareto per poi allontanarsi gradualmente e rivelare, con una ripresa panoramica, che la moschea si trova al centro di New York. E’ proprio la prima mezz’ora la parte migliore del film che successivamente si appiattisce con trovate prevedibili, senza riuscire a mantenere alto il clima di tensione.
Attacco al potere (The Siege, USA 1998) REGIA Edward Zwick.
CAST Denzel Washington, Bruce Willis, Annette Bening, Tony Shalhoub, Sami Bouajila.
SCENEGGIATURA Menno Meyjes, Lawrence Wright, E. Zwick. FOTOGRAFIA Roger Deakins. MUSICHE Graeme Revell.
Azione/Thriller, durata 116 minuti.