Il cinema italiano visto da Milano, XI edizione, 5 – 14 aprile 2013, Milano
Licenza di sopravvivere
Non è mai semplice raccontare la malattia senza scadere nella lacrima facile o, peggio ancora, nella pornografia dei sentimenti. Nanni Moretti in Caro diario si scagliava contro gli errori medici ricostruendo le fasi che avevano portato tardivamente alla scoperta di un linfoma maligno, dando sfogo ad una polemica che, coerentemente a tutto il suo cinema, traeva conclusioni senza mai oltrepassare la barriera delle emozioni.
Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo e Guido Gabrielli invece mette con improvvisazione jazzista totalmente a nudo i protagonisti, rompendo la compostezza della paura di morire ma mantenendo sempre intatto il senso del pudore e della dignità. Il film è un road movie il cui soggetto era scivolato in fondo ad un cassetto, da quando i due amici storici nel lontano 1985 erano partiti alla volta di Reykjavik. Nelle scorribande in Islanda, come nei tanti altri viaggi giovanili, lo stile a cui ispirarsi era sempre quello del mitico James Bond di Sean Connery, modello invincibile e conquistatore di donne bellissime. Al contrario, loro collezionavano solo defaillance. I fallimenti tragicomici della realtà sarebbero dovuti finire trasposti in risposta alle false illusioni profuse dall’agente segreto, se non fosse che la sceneggiatura della vita con il passare degli anni abbia presentato nuove difficili battaglie, cambiando drasticamente la posta in gioco. Mario ha dovuto combattere contro un tumore alla gamba, mentre a Guido è toccato sabotare la leucemia. Da qui l’idea di indossare uno smoking, ora che hanno distrutto i nemici più temibili, riprendere in mano i ricordi e riazionare “play” da dove si era interrotto, con una forza ed un coraggio non ravvisabili in nessuna spy story. La coppia si lancia all’inseguimento dell’ormai impolverato eroe per pareggiare i conti, partendo dal presupposto che l’indistruttibilità e la perfezione siano valori finzionali, e svelandoci ad esempio – attraverso le parole della bondgirl Daniela Bianchi – come la chioma fluente di Sir Connery fosse in verità un parrucchino. Oppure tramite il diretto interessato, raggiunto telefonicamente ed impossibilitato a partecipare alle riprese perché malato. Notizie in fondo poco importanti, perché l’ambìto incontro funge tacitamente da scusa per dimostrare che il supereroismo può appartenere anche alla dimensione non-fiction. E lo capiamo con una naturalezza ed un rispetto reciproco (tra la coppia e nei confronti del pubblico), che gli stucchevoli contenitori televisivi sembravano avere cancellato per sempre. È dunque il caso di dirlo: missione compiuta.
Noi non siamo come James Bond [Italia 2012] REGIA Mario Balsamo.
SOGGETTO Mario Balsamo, Guido Gabrielli. FOTOGRAFIA Andrea Foschi, Sabrina Varani, Simone Pierini. MUSICHE Teho Teardo.
Documentario, durata 73 minuti.