SPECIALE MONDI SCONOSCIUTI
Viaggio alle origini del Cinema
Il neonato cinema sentì fin da subito l’esigenza di scappare dalla semplice rappresentazione di momenti della realtà quotidiana, e di rompere le gabbie imposte dall’essere considerato una fotografia in movimento. Tra le fiere, gli spettacoli girovaghi, i circhi e i piccoli locali in cui la Settima Arte muoveva i primi passi, iniziava già a sentirsi, sempre più forte, la rivendicazione di quella che sarà una delle sue componenti fondamentali, una delle tante ma anche una delle più importanti: la capacità di essere “sogno”.
Come mirabilmente ribadito dallo Scorsese di Hugo Cabret, il più grande interprete di questa esigenza fu il francese Georges Méliès, illusionista che fiutò le potenzialità dell’invenzione dei Lumiere divenendo autore di oltre 1500 film tra il 1896 e il 1914. Con lui il cinema iniziò a scoprire la sua dimensione più fantasiosa, narrativa e onirica e la sua capacità di creare immaginari; insomma, il cinema arrivò, come si dice, sulla Luna. Non solo per modo di dire, dato che il primo film ad entrare stabilmente nella storia della Settima Arte è stato, nel 1902, proprio Voyage dans la Lune, che racconta di un gruppo di scienziati che decide di visitare il nostro satellite con un razzo, venendo a contatto con lo stravagante paesaggio e i minacciosi abitanti. Viaggio nella Luna riprende alcune tematiche e caratteristiche già presenti nei film precedenti di Méliès, che qui compiono un passo ulteriore decisivo per lo sviluppo del cinema: la narrazione dichiaratamente fantastica che si svolge in luoghi e in ambienti diversi, l’idea ancora embrionale di montaggio nelle frequenti dissolvenze incrociate, la ricerca sugli effetti speciali e sulla loro fascinazione, le fantasiose e variegate scenografie che creano nuovi mondi (si veda per esempio l’antropomorfizzazione di stelle e pianeti) e l’unione di toni diversi (il comico e il fantastico); inoltre, pur essendo la cinepresa del tutto immobile e stabilmente frontale, non manca, nel momento in cui il razzo si avvicina e atterra sul satellite, anche uno dei primissimi accenni all’idea che la macchina da presa potesse muoversi, avvicinandosi o allontanandosi dall’oggetto in questione. Se con questo film (e con gli altri, anche precedenti, film di Méliès) il cinema definitivamente rivendica le sue possibilità di essere sogno e di diventare immaginario, allo stesso modo pone le basi dell’evoluzione del suo linguaggio e della sua grammatica; è l’inizio di una lunga e strabiliante storia, e pazienza se la Luna ha dovuto perderci un occhio.
P.S.: girato in bianco e nero, del film esistevano anche versioni colorate a mano direttamente sulla pellicola. Fra le varie, ne è stata ritrovata una copia in condizioni pessime, restaurata e presentata al Festival di Cannes del 2011, con le musiche del gruppo francese Air.
Viaggio nella Luna [Le voyage dans la Lune, Francia 1902] REGIA George Méliès.
SCENEGGIATURA George Méliès. FOTOGRAFIA Michaut, Lucien Tainguy. EFFETTI SPECIALI George Méliès. MUSICHE George Méliès.
Fantascienza, durata 10/12/15 minuti (varie versioni).