Tutto parla di voi
Dopo aver indagato in modo sensibile, profondo e coraggioso il proprio rapporto con la madre nello splendido Un’ora sola ti vorrei (2002), Alina Marazzi, a distanza di dieci anni, sceglie ancora il difficile terreno della maternità per il suo esordio al lungometraggio di finzione. La regista conferma il suo particolare interesse nel raccontare il mondo femminile ma torna, dopo il documentario sulle lotte femministe degli anni ‘70 per l’emancipazione sociale della donna, Vogliamo anche le rose (2007), a una tematica più circoscritta ma comunque universale.
Tutto parla di te pone nel cuore della scena, ancora una volta, le donne. Donne incomprese, spesso lasciate sole nell’affrontare la complessa e totalizzante esperienza della maternità e le sue conseguenze. Il senso d’inadeguatezza, il cambiamento fisico, la perdita di controllo e di libertà sulla propria vita, il ribaltamento prospettico che ora mette al centro del mondo “lui”, si parla sempre di “lui”, e la donna diventa soltanto mamma, come si cancellasse nel nuovo ruolo e non riuscisse più a riconoscersi. La Marazzi mostra queste madri sofferenti, in interviste reali, che con occhi lucidi e voce tremante si espongono svelando la propria sofferenza, la propria depressione. Tutto parla di te è un film coraggioso perché, senza sostenere una tesi univoca ma semplicemente ponendo domande, riesce a liberarsi dall’immagine preconfezionata e idilliaca della famiglia per intraprendere un viaggio attraverso la maternità soffermandosi su quei lati più oscuri, complicati, ipocritamente nascosti. La regista cerca di dare voce ai corpi riducendo le parti dialogate, ma mantiene comunque la sua cifra stilistica molto riconoscibile: l’approccio documentaristico, l’attenzione particolare all’aspetto sonoro, il mix tra finzione, materiale d’archivio e animazione, piani narrativi diversi che si intrecciano e alternano. Peccato però che questa volta manchi la fluidità nel fondere con armonia la pluralità di linguaggi e il film risulti disarticolato nelle varie componenti, come fosse costituito da tre cortometraggi diversi mescolati “a freddo” da un montatore non particolarmente illuminato. Debole soprattutto la parte di finzione, che racconta di Pauline ed Emma (la brava Elena Radonicich), donne di generazioni diverse che trovano nella reciproca sofferenza – una legata al passato di figlia rifiutata, l’altra al presente di madre in difficoltà – un punto d’incontro per aiutarsi e trovare conforto, raggiungendo quell’equilibrio interiore per riconquistare la propria identità di madre, di donna.
Tutto parla di te [Italia 2012] REGIA Alina Marazzi.
CAST Charlotte Rampling, Elena Radonicich, Valerio Binasco, Maria Grazia Mandruzzato.
SCENEGGIATURA Alina Marazzi, Dario Zonta, Daniela Persico. FOTOGRAFIA Mario Masini. MUSICHE Dominik Scherrer.
Drammatico, durata 86 minuti.