Il cinema italiano visto da Milano, XI edizione, 5 – 14 aprile 2013, Milano
Soli
Estate, Roma. Nina è una ragazza di trent’anni che si ritrova sola ad accudire il cane, il criceto e l’acquario di un amico, in attesa di partire per la Cina a inizio autunno. Dà lezioni di canto, diventa amica di un ragazzino misterioso che abita nello stesso palazzo, si innamora di un uomo.
Dopo un lungo periodo di gestazione, Elisa Fuksas, figlia del noto architetto Massimiliano, con Nina è riuscita a realizzare in appena un mese un film distante dalle aspettative di partenza – doveva trattarsi di una storia su una giovane rock-star ambientata a Londra – ma che ha in comune con lo spunto originario la rappresentazione del malessere esistenziale vissuto attraverso le incoerenze e le esitazioni di una giovane donna, che sembra voler rimandare all’infinito ogni occasione per compiersi, vagheggiando come puri concetti le aspirazioni più ordinarie: una famiglia, una casa, un fidanzato. Nina la percepiamo distante e vicina. Avvertiamo la risonanza che genera in noi il suo isolamento, la difficoltà di lasciarsi accogliere nell’altro, di andare oltre un’apparenza fatta di incognite, di segni indecifrabili agli occhi di chi prova a starle vicino cercando di interpretarli. La sua vicenda assume d’altra parte un valore ideale in una cornice senza tempo – la città eterna –, quasi che la ragazza sia diventata una pura astrazione, persa tra i palazzi dell’EUR, invaghita di quelle apparizioni fugaci che sono il frutto di un’autentica paranoia verso il mondo che c’è là fuori. La trama, minimale, rischia di soccombere sotto il peso delle allusioni visive, le suggestioni “dechirichiane” contribuiscono in massima parte a creare un clima più che una storia, anche se l’arte narrativa del cinema non ha certo rappresentato un pretesto per dare sfoggio alle architetture, a una scenografia che comunque travalica spesso il personaggio riducendolo a una parte del paesaggio. Di certo l’interrogativo sul finale, che rimane aperto – raggiungerà la Cina, non più solo come visione mentale? –, ci ricorda che la sfuggevolezza del film è il segno della sua immaterialità: Nina ci vola via tra le mani, senza che riusciamo ad afferrarla.
Nina [Id., Italia 2012]. REGIA Elisa Fuksas.
CAST Diane Fleri, Luca Marinelli, Ernesto Mahieux, Luigi Catani.
SCENEGGIATURA Elisa Fuksas, Valia Santella. FOTOGRAFIA Michele D’Attanasio. MUSICHE Andrea Mariano.
Drammatico, durata 80 minuti.