SPECIALE MONDI SCONOSCIUTI
Pandora, il riflesso delle antiche umane preoccupazioni
Decisamente meno angosciante de Il pianeta delle scimmie, in cui il colpo di scena finale insinua l’inquietante dubbio su chi o cosa abbia innescato la supremazia dei primati, similmente anche Avatar pur mostrandoci gli splendori di Pandora – immaginaria luna distante anni luce dalla Terra – rimanda insistentemente alla storia dello straordinario mondo in cui abbiamo il privilegio di abitare.
Nel 2154 una sconvolgente crisi energetica sulla Terra costringe l’umanità a setacciare le galassie in cerca di risorse alternative. Imbattutasi nell’Unobtainium, idrocarburo fossile rivelatosi essenziale per la sopravvivenza, fonda una colonia a Pandora. Ma la cupidigia valica presto ogni ritegno e la società mineraria, pur di mettere le mani sul prezioso minerale, ignora gli accordi e sconfina nel territorio sacro dei Na’vi, scatenando una guerra tra nativi e coloni. Jake, ex Marine con un glorioso ma sfortunato trascorso militare, viene assoldato per portare a termine una delicata missione: il suo avatar, una copia aliena dei geni del gemello scomparso, gli permetterà d’infiltrarsi tra i Na’vi e spiarli abilmente. L’incontro con la temeraria Neytiri e la millenaria cultura indigena mina le sue certezze. Sposerà allora la causa Na’vi per cercare di evitare il nefasto target coloniale e preservare il delicato equilibrio naturale di quel strano pianeta dove si sente più vivo che mai. Le numerose citazioni artistiche e storiche rendono Avatar più una sorta di spin-off del cinema western rivalutativo, sebbene non del tutto inedito, che fantascienza tout court: l’incontro di Jack e Neytiri ricorda molto quello seicentesco che ebbe luogo in Virginia tra Pocahontas e il capitano Smith, già celebrato da Malick in The New World. Nonostante ciò, Cameron conia il felice concetto na’vi del “Ti vedo” per mostrarci come attraverso gli occhi e il cuore le culture altre potrebbero reciprocamente conoscersi meglio. Nell’eroica scelta di schierarsi con chi formalmente (e dal punto di vista militare) era il suo nemico rivediamo il protagonista di Balla coi lupi anche se, a differenza di Dunbar, Jack all’inizio sembra porsi pochi scrupoli sull’eticità dell’incarico ed essere poco incline alla conoscenza antropologica. Persino l’impronunciabile nome del minerale pandoriano sembra una triste analogia della guerra intrapresa contro i Lakota per lo sfruttamento aurifero delle Black Hills, uno dei più cruenti capitoli della storia globale. Cameron pare stia concentrando gli sforzi artistici solo sui prossimi capitoli di Avatar. La ragione? Questo quindicennale progetto e la CGI impiegata, ha confessato, coronano i suoi sogni d’infanzia regalandogli pure un’ineguagliata libertà d’espressione.
Avatar [Id., USA/Gran Bretagna 2009] REGIA James Cameron.
CAST Sam Worthington, Zoë Saldana, Sigourney Weaver, Michelle Rodriguez.
SCENEGGIATURA James Cameron. FOTOGRAFIA Mauro Fiore. MUSICHE James Horner.
Fantascienza, durata 162 minuti.