Dolorose stazioni del vivere
Che le colpe dei padri ricadano sempre sulle teste dei figli e che il destino muova i suoi fili in modo imperscrutabile, spesso beffardo e crudele, siano verità fondative del racconto drammatico fin dai miti epici dell’antica Grecia, fin dalle prime rappresentazioni delle tragedie classiche nel teatro ateniese, è fatto noto.
Lo sa Derek Cianfrance che (dopo il premiato e praticamente invisibile Blue Valentine) costruisce con Come un tuono un film più complesso di quanto non appaia superficialmente, in cui personaggi, storie e destini si incastrano gli uni negli altri, in cui ogni scelta ha una precisa, spesso tragica, conseguenza, in cui ogni evento nella sua apparenza casuale nasconde un significato altro, comprensibile solo a distanza di anni. Le vite dei diversi protagonisti sono legate insieme da un fil rouge – rosso come il sangue – che li staglia sullo sfondo e li muove come marionette, quasi privati di ogni interiorità, stazioni al tempo stesso unite e solitarie di un unico itinerario doloroso. Cianfrance sorprende per come alterna con sfrontatezza ora il melò, ora il thriller, si diverte con inseguimenti adrenalinici, ci immerge con disinvoltura nel dramma. Ondivago nello stile, dai patinati ralenti fino a una macchina a mano con cui ci regala i momenti migliori del film (a cominciare dal long take di apertura con Ryan Gosling ripreso di spalle mentre attraversa un luna park), dal montaggio frenetico come da manuale dell’action a un ritmo più lento, fatto di dettagli e primi piani. In una storia che vuole mettere a fuoco alternativamente quattro personaggi diversi, due padri e due figli, tutti reciprocamente, direttamente o indirettamente, vittime e carnefici, non mancano trovate narrative poco credibili, figure di contorno superflue e qualche momento troppo artefatto in cui si sfiora il cattivo gusto. Film imperfetto, come i due adolescenti piegati dai rispettivi traumi, sfrontato ed eccessivo, come i due padri incapaci di essere tali. Perfetti i volti e i corpi di Bradley Cooper e Ryan Gosling per i loro personaggi, con il secondo che, con sorriso sbruffone e sguardo dolente, sembra (in)volontariamente emulare il collega stuntman di Drive: la moto invece dell’auto, i tatuaggi invece della giacca di pelle, in bocca una sigaretta sempre accesa invece dello stuzzicadenti. Come fratello sfortunato in un confronto impari con l’eroico Driver, lo attende però, solo apparentemente a sorpresa, una rapida e definitiva sconfitta: incapace di andare oltre i propri limiti, vittima del suo essere “semplicemente” umano.
Come un tuono [The Place Beyond the Pines, USA 2012] REGIA Derek Cianfrance.
CAST Ryan Gosling, Bradley Cooper, Eva Mendes, Ben Mendelsohn, Ray Liotta.
SCENEGGIATURA Derek Cianfrance, Ben Coccio, Darius Marder. FOTOGRAFIA Sean Bobbitt. MUSICHE Mike Patton.
Drammatico/Thriller, durata 140 minuti.