INEDITO – USA 2012
Non così
Small apartments con il corridoio esterno a ringhiera, occupati da tre solitari di diversa natura: un anziano misantropo, un debosciato dal cuore d’oro con madre problematica, un trentenne senza più fratello-balia, ossessionato dalla Svizzera e con seri problemi emotivi e relazionali. Dirimpetto, una ragazzina che insegue i sogni sbagliati e che verrà riportata sulla retta via da una doccia fredda di realtà.
Tutti personaggi ai quali purtroppo è difficile affezionarci, perché il film non ce ne dà la possibilità, annegandoli in una trama esilissima e senza riuscire a controbilanciare con caratterizzazioni adeguatamente sfaccettate. E’ impossibile empatizzare con il protagonista, il disadattato Franklin, che cerca di disfarsi con iperbolica stupidità del cadavere del proprio padrone di casa, situazione incresciosa per cui sarà pronta una spiegazione conciliante; la maschera di vittima indegna di ogni contatto umano è costruita interamente sulla fisicità di Matt Lucas, esaltata dalla mise parrucca-mutanda bianca-calzettoni. Completano la galleria un inquietante guru della psicologia d’accatto interpretato da Dolph Lundgren e il “fire detective” triste Billy Crystal, sulle tracce del colpevole. Franklin si muove a piede libero e in solitaria per quasi tutto il film; le interazioni non servono mai a mutare angolazione sulla piattezza dei personaggi, bensì esclusivamente funzionali all’arrivo verso il finale assolutorio. Tutto finisce automaticamente per il verso giusto, e alle parole registrate del fratello Bernard, erroneamente etichettato come folle, va il compito di illuminare l’esistenza di Franklin e di deviare la morale del film verso una versione semplificata dell’autocoscienza. Åkerlund accumula alcuni elementi tipici della commedia nera (dettagli gratuitamente gore, comportamenti disgustosi, personaggi con abitudini grottesche) dimenticandosi di attribuire loro un senso che vada oltre il quirky e lo sgradevole. La fissazione per un’immagine della Svizzera plastificata e difficilmente considerabile allettante -declinata in imbarazzanti fantasie a inizio e fine film- può essere considerata l’apoteosi di questa mancanza di significato. Il cinema americano si è spesso occupata con ottimi risultati di indagare la stupidità umana e i confini tra normalità e follia (dai Coen a Solondz per citare due eccellenze): Åkerlund fallisce nel tentativo di inserirsi in questa tradizione, dimostrando che non c’è niente di più difficile del raccontare con criterio le ordinarie miserie quotidiane di esseri umani che occupano le periferie della società.
Small Apartments [Id., USA 2012] REGIA Jonas Åkerlund.
CAST Matt Lucas, Billy Crystal, James Caan, Johnny Knoxville, Dolph Lundgren, Juno Temple.
SCENEGGIATURA Chris Mills (dal suo romanzo omonimo). FOTOGRAFIA Pär M. Ekberg. MUSICHE Per Gessle.
Commedia, durata 94 minuti.