SPECIALE PEDRO ALMODOVAR
Il cinema della consolazione
Due uomini in platea: Marco e Benigno. Il Fato sta per farli incontrare, in un ospedale. Due donne, Alicia e Lydia, intrappolate nell’inerzia del coma. Pedro Almodóvar affonda di nuovo le mani nel dolore, nell’amore assoluto e ci consegna – dopo il successo di Tutto su mia madre – Parla con lei, vincitore del premio Oscar 2003 per la Migliore Sceneggiatura Originale.
Il film trabocca amore, potente, totale, feticista, tattile e carnale, amore che prende tutti i sensi; pensiamo alla tenera sequenza amorosa del film muto Amante Menguante, in cui un piccolo uomo entra nella sua gigantesca donna, montagna da scalare, mondo da penetrare e in essa trova rifugio eterno. Lo stesso fa Benigno, pericolosamente innamorato di Alicia, ossessione del passato e paziente del presente: la ama, la vuole tanto da possederla durante un turno di notte. Un figlio nel grembo di una malata, stuprata da un infermiere. Favola e cronaca – ispirato ad un fatto avvenuto in Romania – insieme dunque, impastate dalle calde mani di un regista che plasma uomini sensibili e donne di pietra. Benigno conosce Alicia dalla finestra, la pedina, la “perseguita” e vuole sapere tutto di lei, tanto da ammalarsene. Marco e Lydia si incontrano, le loro solitudini si mescolano, le fobie di lei si incastrano in quelle di lui. Poi l’incidente – Alicia viene travolta da una macchina, Lydia da un toro. Le mani di Benigno conoscono ogni millimetro del corpo di Alicia e sognano con lei una vita futura. Per l’uomo amore è dedizione e così le parla e si prende cura di lei, sepolta nel coma. In un’altra camera Marco piange, non si dà pace di fronte al corpo tanto amato di Lydia. Quel “parla con lei” è l’imperativo categorico che Benigno rivolge a Marco: Lydia sente, percepisce, ascolta, ha bisogno di cure, parole, calore. Anche se le due donne sono comatose impariamo a conoscerle dai racconti e dai ricordi dei due uomini, ma anche dai loro corpi: quello tondo, avvolgente di Alycia; quello spigoloso, rigido di Lydia. Quello di Almodóvar è un film di porte, finestre, attese e partenze. È un’opera di sospensioni, pause enigmatiche. Lo spettatore scivola tra un capitolo e l’altro, rapito dai corpi dormienti delle due donne, indagati da un occhio innamorato e comprensivo, quello del cineasta ma anche quello di Benigno e Marco, testimoni inconsapevoli del dramma che si sta srotolando. Necrofilia e voyeurismo, amore e morte, solitudine e incomunicabilità, parole ignorate e vuoti di senso, corpo che parla e silenzio del corpo, cinema del e nel cinema sono alcune delle carte giocate da Almodóvar, in questo film tanto pieno di lui da risultarne talvolta privo. Un film di donne che non possono parlare e un film di uomini che parlano di loro e per loro.
Parla con lei [Hable con ella, Spagna 2002] REGIA Pedro Almodóvar.
CAST Javier Cámara, Darío Grandinetti, Leonor Watling, Geraldine Chaplin, Paz Vega.
SCENEGGIATURA Pedro Almodóvar. FOTOGRAFIA Javier Aguirresarobe. MUSICHE Alberto Iglesias.
Drammatico, durata 112 minuti.