This is not a film
Nell’italietta degli inciuci e dei giochi di potere, per uno strano scherzo del destino un umile pescatore di nome Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio) viene scelto come nuovo Presidente della Repubblica italiana. Preso il posto e abbattute gradualmente tutte le regole e i protocolli, Peppino, come lo chiamano gli amici, riscuoterà sempre più successo nell’opinione pubblica arrivando a smascherare le trame che per decenni hanno condizionato la vita di palazzo.
“C’è un paese con una forma strana, dove ci sono laghi, mari, paradisi naturali ed eco-mostri… e qui, in questo piccolo paese sulle montagne vive un pescatore…”: il tono da favoletta con cui si apre il film è atto necessario e furbo, perché nel contempo ci immerge in una condizione di non verosimiglianza tipica del fantasy e, contemporaneamente, allontana la lente critica di quei pazzi che ancora aspettano che il cinema italiano prenda coscienza del momento storico. La reductio ab absurdo messa in piedi dal regista Riccardo Milani parte dall’assunto principe di quest’ultima tornata elettiva, ovvero l’uomo comune che va al potere, per arrivare alla conclusione che, in fondo, siamo tutti indegni, dal faccendiere che ruba i soldi pubblici all’amico barista che non batte lo scontrino per un caffè. Progetto ammirabilissimo, che per 3 minuti accende anche un lampo di inaspettata consapevolezza (le leggi per cambiare l’Italia ci sono, è solo che nessuno le ha mai lette o applicate), ma che per il resto del film viaggia su di un binario di banalità e insofferenza che farebbe invidia ai cinepanettoni (non tutti, solo quelli brutti davvero). La samba che accompagna l’arrivo del presidente brasiliano, i tre capi delle coalizioni (Fiorello, Popolizio, Bocci) che sembrano usciti da un libro illustrativo per bambini o da una pubblicità progresso per cerebrolesi, il sottotesto nostalgico degli anni ’70 visti come epoca d’oro sia per l’amore che per la distruzione, che porta la vice-segretaria alla presidenza (Kasia Smutniak) prima a innamorarsi di Garibaldi e poi, una volta rotte le regole, a fare sesso con lui in modo animalesco (qualcuno mi spiega perché?), le bucce di banana ecc. sono solo una parte dell’insuccesso di questa pellicola che da ultimo vorrebbe anche illuminarci mettendoci al pari di una classe dirigente che per non si sa quanti anni ha sperperato soldi non suoi e voti guadagnati per circonvenzione di incapace. Ecco io vorrei dire a Milani: la prossima volta, invece di educare noi a diventare buoni cittadini, prova a scrivere un film decente che almeno faccia ridere, visto che di commedia si tratta. Perché la differenza fra profondità e banalità, molte volte, è estremamente labile e la buona commedia, prima di farci ridere, deve farci pensare.
Benvenuto Presidente! [Id., Italia 2013] REGIA Riccardo Milani.
CAST Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Giuseppe Fiorello, Omero Antonutti, Remo Girone.
SCENEGGIATURA Fabio Bonifacci. FOTOGRAFIA Saverio Guarna. MUSICHE Andrea Guerra.
Commedia, durata 100 minuti.