Horror home movie
Uno scrittore in crisi cerca di replicare il successo del best-seller di gioventù immergendosi mente e corpo in uno scenario dell’orrore irrisolto. Sulle tracce di un inquietante pluri-omicida aprirà un vaso di pandora di famiglie sterminate, bambini dispersi e corrispondenti visioni orrorifiche in formato Super8, che lo condurrà in un territorio dell’inspiegabile da cui era meglio tenersi lontani.
Il bisogno di ritrovare la propria autostima si traduce per Ellison Oswalt (Ethan Hawke) nell’esigenza di sanare i buchi delle indagini delle polizie locali (rappresentate da uno sceriffo scorbutico e da un vice oltremodo disponibile che sembra uscito da Twin Peaks), e di conseguenza nell’ossessione di vedere meglio e di più. La scatola misteriosa dei film di famiglia è dunque un invito irrinunciabile: scorrono davanti agli occhi di Ellison immagini indicibili, raccapriccianti e senza spiegazione. Chi uccide? Chi filma? E ancora: come tenere la famiglia al sicuro da tanta atrocità (per ora) visiva? Le mura dello studio e una porta chiusa a chiave, ovviamente, non bastano. Ellison ripercorre il repertorio di fermo-immagine, frazionamenti, stampe, ingrandimenti per scovare indizi e scoprire un pattern. L’immagine granulosa impressa sulla pellicola è collegata a doppio filo alla realtà: all’immersione nelle immagini corrisponde un’emersione dell’universo demoniaco dalle stesse, che vanifica ogni tentativo di comprensione razionale. Tra fasci di luce e schermi bianchi che non mostrano più niente (le torce, la luce dello smartphone, la tenda del soggiorno illuminata dall’alba), le emanazioni dell’oscurità si appropriano di spazi, corpi e menti. Derrickson lavora sapientemente su stilemi sicuri: una dimora dell’orrore, il tappeto sonoro disturbante, le lunghe sequenze di buio, gli incubi. Ma quando il mistero inizia a risolversi, quando dall’immagine si passa alla presenza, dall’home movie alle stanze della casa, Sinister perde parte dell’atmosfera disturbante fin lì costruita, adagiandosi su un sovraccarico di scene ad effetto e su un’entità malvagia non molto convincente. Più interessante, si diceva, la prima parte, con la sua dicotomia tra l’esigenza di guardare e quella di nascondere, e i Super8 dotati di vita propria e di un’aura autenticamente angosciante, a partire da quella sequenza primaria in campo lungo e in continuità: la più cinematograficamente compiuta e, forse, la più terribile.
Sinister [Id., Usa 2012] REGIA Scott Derrickson
CAST Ethan Hawke, Juliet Rylance, Fred Dalton Thompson, James Ransone, Vincent D’Onofrio.
SCENEGGIATURA Scott Derrickson. FOTOGRAFIA Christopher Norr. MUSICHE Christopher Young.
Horror, durata 110 minuti.