SPECIALE INEDITI
Indignazioni
La prima informazione da sapere su Silenced (titolo internazionale dell’originale Dogani, che letteralmente andrebbe tradotto con The Crucible, “La prova del fuoco”) è che si tratta di un film profondamente intriso di idealismo, un’opera che si pone un dichiarato intento di denuncia sociale. Con buona pace di chi, dopo la vittoria al 14° Far East Film Festival di Udine, ne ha denunciato la parzialità e la scorrettezza della messinscena.
Il lavoro del regista Hwang Dong-hyuk è così perché vuole essere così: di parte, indignato. La vicenda prende spunto da un fatto reale di cronaca che ha scosso la Corea del Sud: si parla di violenza sui bambini, di pedofilia e di uno scandalo risaputo ma nascosto “sotto il tappeto” dell’intoccabilità dei potenti. Quando il protagonista In-ho raggiunge la remota provincia di Gwangju per prendere servizio come insegnante in una scuola per non udenti, si cala in uno scenario da film horror: gli allievi sono terrorizzati, si ritraggono alla presenza degli adulti con espressioni tormentate e angosciate. Il giovane professore si trova davanti ad un sistema appurato e consolidato di torture e abusi perpetrati dai dirigenti dell’istituto nei confronti dei ragazzi. Tutta la prima parte di Silenced è straordinariamente rallentata, per permettere ai personaggi principali di svelare le proprie identità: oltre ad In-ho infatti, è necessario soffermare la nostra attenzione sull’attivista per i diritti umani Yu-jin e sulla coppia di diabolici gemelli che amministrano la scuola. L’obiettivo della cinepresa non è tanto quello di svelare il crimine, già conosciuto: il vero cuore della storia risiede dapprima nella costruzione di un’empatia nei confronti dello scontro buoni/cattivi, e successivamente negli sforzi per consegnare gli aggressori alla giustizia. Per rafforzare le sue tesi, Hwang compie due scelte controverse, forse ricattatorie ma necessarie: mostrare apertamente i soprusi, soprattutto con i primi piani dei ragazzini sofferenti, e dedicare tutta la seconda metà al courtroom drama, con il processo ai vari aguzzini che non vediamo l’ora siano condannati. È questa, senza dubbio, la parte più enfatizzata e amplificata nei suoi slanci retorici; ma perché mai tutto questo dovrebbe sminuire il valore dell’opera? In patria la visione di Silenced ha scatenato le proteste dei cittadini, spingendo la classe politica coreana ad approvare in fretta una legge che aumentasse la protezione di tutte le persone a rischio di violenza sessuale. Cerchiamo di capirci: siamo di fronte ad un’opera d’Arte che ha influito sulla vita quotidiana, sulla politica e sull’opinione pubblica. Un miracolo. Le critiche alla qualità oggettiva del film non c’entrano nulla: questa è la vittoria del Cinema.
Silenced (aka The Crucible) [Dogani, Corea del Sud 2011] REGIA Hwang Dong-hyuk.
CAST Gong Yoo, Jung Yu-mi, Kim Hyeon-su, Jeong In-seo.
SCENEGGIATURA Hwang Dong-hyuk. MONTAGGIO Ham Sang-won. MUSICHE Mowg.
Drammatico/Thriller, durata 125 minuti.