A PROPOSITO DI SAM RAIMI…
Prossima fermata: Inferno
Basta essere stati cattivi, seppur stando dalla parte della ragione, per essere “trascinati all’inferno”? A giudicare da quello che accade a Christine, la protagonista di Drag Me to Hell di Sam Raimi, sì: la povera dipendente di una banca si ritroverà braccata e affossata dalla maledizione di una zingara per un prestito rifiutato.
Con uno degli incipit più belli e spaventosi degli ultimi anni, Drag Me to Hell sancisce nel 2009 il ritorno per Sam Raimi al cinema horror accantonato in parte con la trilogia di Spider-Man. 2009 anno cruciale per la crisi finanziaria mondiale, forza scatenante della maledizione a cui è soggetta la protagonista del film, colpevole di eccessiva “professionalità”. Raimi, sempre pronto a riversare nel suo cinema politico/horror i sentimenti e i mutamenti della società contemporanea, prende spunto dalla crisi per esplorare le conseguenze che potrebbero erompere dalla disperazione e dalla confusione generale. Dinamiche horror da manuale raimiano sempre cariche di ironia: ci sono svariati momenti comici/assurdi – vedere per credere la sequenza della camera ardente della vecchia zingara – che ci vogliono parlare d’altro. Magari si pecca di superficialità, ma Drag Me to Hell è uno dei primi film che ammette l’impotenza del cittadino verso i mercati finanziari e i suoi burattini. Raimi ci dimostra ancora una volta come il cinema dell’orrore si rivolga alle platee più vaste e che non sia relegato ai cultori del cinema di genere, cosa che permise al film di essere presentato al Festival di Cannes nella sezione “Proiezioni di Mezzanotte”. Costringere l’essere umano a fare delle scelte immorali o meglio fuori dai propri canoni, per sopravvivere nel mondo contemporaneo e riscoprirsi capaci di essere cinici e arrivisti, ma alla fine essere puniti con le braci dell’inferno: questa la morale di fondo di Drag Me to Hell, e lo sguardo graffiante di Raimi gioca con tutto ciò. Il sentimento generale va oltre il credere/non credere degli horror classici e convenzionali, e anche il finale, forse scontato, ha il grande merito di non essere per nulla remissivo, anzi è in linea con la follia e l’irrazionalità della trama e, soprattutto, della nostra vita. Attendiamo ancora un’altra artigliata di zio Sam, per un ritorno all’horror anni ’80 di cui lui è un degnissimo portavoce: liberateci dai remake e avanti con le vere storie infernali.
Drag Me to Hell [Id., USA 2009] REGIA Sam Raimi.
CAST Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer, Octavia Spencer.
SCENEGGIATURA Sam Raimi, Ivan Raimi. FOTOGRAFIA Peter Deming. MUSICHE Christopher Young.
Horror/Thriller, durata 90 minuti.