Visioni Italiane – Officinema, 27 febbraio – 3 marzo 2013, Bologna
L’originalità ritrovata
Si è concluso domenica scorsa il festival cinematografico Officinema, con la proclamazione dei molti vincitori delle molte sezioni presenti (ben sette). Se in Visioni Doc, a fare breccia nel cuore dei giudici sono state una tanatoesteta ed una piccola bambina alla ricerca delle origini paterne (i precedentemente analizzati Effetto Thioro e Six Feet Up), altre due sezioni che non hanno mancato di stupire sono state Visioni Italiane e Visioni acquatiche.
Nella prima troviamo sul meritato podio L’intruso, racconto estremamente forte di un legame conflittuale tra un figlio e un padre, interpretato da un sempre espressivo Roberto Citran, sullo sfondo della campagna padovana. Da una parte l’amore verso un adolescente problematico, dall’altra il senso di ossessiva protezione dei propri confini, che porterà alla più terribile delle follie. Altro rapporto complesso è quello raccontato nella menzione speciale Una volta fuori, in cui zio e nipote devono affrontare un viaggio, sia concreto, con il fine di (ri)trovare una vecchia e rancorosa amicizia, sia metaforico, alla ricerca dell’affetto parentale perduto. Infine, altra menzione è andata a Fiumana, corto d’animazione che racconta – o meglio, illustra – la storia di una giovane donna che per intere stagioni attende alla finestra il grande amore. Una poetica e romantica immersione in un magistrale quadro impressionista. Nella sezione Visioni Acquatiche, come sottolinea il nome stesso dedicato al tema dell’acqua, tristemente abbandonato in epoca moderna, troviamo altri tre trionfatori. Al primo posto, Il tuffatore riprende la prima competizione agonistica di un piccolo nuotatore: un salto parallelo in una paura infantile e in un futuro che contro codesta paura ha già vittoriosamente combattuto. Altro piccolo nuotatore si trova anche ne Il gusto del cloro, in cui il protagonista attende il momento giusto per “buttarsi”, sia in acqua che in amore. Ma, a volte, l’attesa è la scelta più saggia. Infine troviamo Un vacanza da sogno, il più originale per circostanze di creazione. Il corto, infatti, è nato durante una vacanza del regista ed amici a Zanzibar, ed è stato girato – improvvisando il tutto (storia e attori) – con un Iphone. Il risultato è un particolarissimo (e non così esteticamente scarso) racconto cinematografico in bilico tra realtà e inconscio. Protagonista è una donna di colore, Rosy, alla quale spetta l’amara scoperta che un “sogno” non ha necessariamente accezione positiva. Originalità è stata quindi la parola chiave dell’edizione 2013 di Officinema: concetto che se da un lato tende spesso a mancare nell’attuale cinema italiano, dall’altro testimonia la buona riuscita degli ancor troppo sottovalutati festival cinematografici, quale questo bolognese.