DVD – USA 2011
Corrispondenze algebriche
Circondate da una sfavillante aureola di “bontà” e rinnovamento, Violet (Greta Gerwig) e le sue tre amiche-ancelle attraversano il campus della Seven Oaks University come dee sapienti, donne discese “da cielo in terra a miracol mostrare”, e rimestano il territorio della depressione giovanile con antidoti di forbita quanto indubbia fascinazione verbale.
Non esiste nulla di più intrigante (e pericoloso) delle verità generali contenute nei clichè e nei luoghi comuni. Assi portanti delle sovrastrutture culturali che riempiono la nostra società, gli stereotipi costituiscono i mezzi di orientamento di più facile utilizzo per quell’ “animale sociale” che è l’uomo. Spianano direzioni di comportamento, indicano strade percorribili nel mare magnum delle relazioni, supportano il gioco della previsione sull’altro: in breve, forniscono le coordinate dei legami inter-personali. Ma senza pretesa alcuna di esaustività. Ed è qui che il meccanismo s’inceppa. Persi sulla scacchiera emotiva dell’imponderabilità, uomini e donne si (auto)distruggono in scoordinati girotondi di bugie e fraintendimenti, pugnalati alle spalle dalla sparizione dell’autostima e infossati nell’inazione vittimistica. Si rovescino i luoghi comuni, dunque! Tanto per cominciare, i ragazzi dovranno imparare a lavarsi e ad assaporare il bello dell’igiene; mentre per le ragazze innamoramento farà rima con “mission”: quella di elevare maschi inferiori al loro stesso livello di sensibilità ed eleganza, traendo massima gratificazione da questo processo di crescita all’unisono. Un prontuario di comportamenti ad hoc che, alla prova dei fatti, sbatterà la porta in faccia ai vecchi luoghi comuni solo per aprirla a dei nuovi. Così, la crociata intellettuale dell’amazzone gentile Violet e delle sue compagne nel regno barbaro e “bloody-competitive” delle confraternite – lungi dal farsi palingenesi catartica – partorirà esasperazione dei toni e sfinimento degli animi, arrotolandosi su stessa come un tic ossessivo-compulsivo, sterile. Sceglie una “punizione” dolce e pungente Whit Stillman per l’angoscia, tra l’irritante e l’empatico, delle sue giovani eroine e, senza concedere sconti su cinismo e debolezze, dirige un coro di strampalati desideri umani costantemente in bilico tra innocenza e fanatismo. Alla fine sarà – come sempre – la vita a prendere il sopravvento e a cestinare tutte quelle inutili formule e improbabili corrispondenze algebriche (mai gradite all’amore, mettetevi l’anima in pace) tra i gesti di lui e i pensieri di lei. L’imprevedibilità metterà fine anche alle parole; ma resterà la danza, quella sì, unione irrazionale tra due esseri (fin troppo) pensanti.
Damsels in Distress – Ragazze allo sbando [Damsels in Distress, USA 2011] REGIA Whit Stillman.
CAST Carrie MacLemore, Megalyn Echikunwoke, Caitlin Fitzgerald, Greta Gerwig, Adam Brody.
SCENEGGIATURA Whit Stillman. FOTOGRAFIA Doug Emmett. MUSICHE Mark Suozzo.
Drammatico/Sentimentale, durata 99 minuti.