SPECIALE GANGSTER MOVIE
Il fascino del male
Nell’attuale stagione cinematografica stiamo assistendo ad un ritorno d’interesse per il gangster movie, diventato sempre più sguardo insistente sulla propria mitologia cinematografica. Da Cogan – Killing Them Softly all’ancora più recente Gangster Squad senza dimenticare Lawless, l’indagine sembra tutta essere rivolta verso un ripensamento del proprio genere di appartenenza, con un forte richiamo manieristico all’iconografia di base o con una sovversione dei propri valori.
In quest’ottica Nemico pubblico di Michael Mann è la pellicola che meglio ha raffigurato il legame con il cinema, soprattutto nella sua fascinazione come elemento caratterizzante della psicologia dei protagonisti. Lo scollamento audio-video infatti lo allontana dagli altri esempi, la fluidità del digitale e la differenza percepibile tra sonoro in presa diretta e preregistrato toglie quella patina cinematografica centrale negli altri lavori, allontanando Public Enemies dalla superficiale riproposizione estetica. Da sempre il gangster movie ha avuto al suo interno un dissidio morale, su come la rappresentazione dei gangster, anti-eroi attraverso cui lo spettatore desidera identificarsi, diventasse carica di fascino. Senza entrare nel merito della questione, è interessante osservare in Nemico pubblico un ribaltamento identificativo di questo aspetto, perché a riconoscersi affascinato dalle pellicole sui sicari è proprio colui che ha creato l’icona del gangster. John Dillinger è chiaramente una star (del crimine), e le sue rapine sono prima di tutto messe in scena del proprio personaggio romantico e gentiluomo con un attento rispetto al proprio pubblico; questo ci appare in pieno contrasto con l’ordine nuovo del crimine organizzato, in cui a grandi atti manifesti dall’enorme risonanza mediale si sostituisce un’organizzazione silenziosa e nascosta al sapere comune. Nel suo organizzare il significato narrativo, Nemico pubblico diviene una pellicola che quasi inevitabilmente richiama alla memoria il cinema classico, in cui la semplicità e la chiarezza raramente si legavano a didascalismo e banalità. Non è un caso quindi che il genere di riferimento nella pellicola di Mann – oltre a quello di appartenenza – sia il western, nel suo uso degli spazi e delle geometrie dei personaggi. Nel palesato rapporto tra la leggenda e il cambiamento societario ci viene dunque sottolineato come, nella necessità dei momenti di crisi, sia necessario credere agli eroi (e alle loro nemesi) per delegittimare il potere costituito.
Nemico pubblico – Public Enemies [Public Enemies, USA 2009] REGIA Michael Mann.
CAST Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup.
SCENEGGIATURA Michael Mann, Ronan Bennett, Ann Biderman.
FOTOGRAFIA Dante Spinotti. MUSICHE Elliot Goldenthal.
Thriller/Drammatico/Biografico, durata 143 minuti.