SPECIALE GANGSTER MOVIES
Easy (going) Emma
In principio era il filmetto. Infatti, come si potrebbe parlare di Emma Stone senza menzionare anzitutto il suo primo ruolo da protagonista? Si tratta di Easy Girl (Easy A in originale), una commediola innocua quant’altre mai, che la vede interprete di Olive, una ragazza semplice e spiritosa, ancora vergine a differenza di molte coetanee. A causa di una serie di equivoci, Olive si ritrova a fingersi donna facile e a permettere, dietro compenso, che i geek della scuola raccontino di essere stati a letto con lei.
Lavorando su pruderie ottocentesche (il film si ispira a La lettera scarlatta di Nathalie Hawthorne) e ribaltando il mito maschile, tipico della teen-comedy, della perdita della verginità, Emma Stone manifesta tutto il suo fascino ostentando, non senza recita, una bellezza genuina, del tutto al di fuori dai canoni cui siamo abituati. Per questo ci piace vederla in attività sciocche e quotidiane, come quando, sempre in Easy Girl, canta ripetutamente una canzonetta pop uscita da una cartolina musicale. Per questo ci piace vederla a bocca aperta in Crazy, Stupid, Love, di fronte ad un Ryan Gosling a torso nudo, che “pare fatto con Photoshop”. Gli stessi motivi per cui la adoriamo, mentre finge un’emozione spropositata quando, insieme a Ben Stiller, consegna il premio per i Migliori Effetti Speciali alla Notte degli Oscar 2012. Dalle forme non particolarmente prominenti e con un corpo tutto sommato canonico, Emma Stone buca lo schermo grazie ad un viso furbo e un atteggiamento vivace da rossa sbarazzina (in realtà, il colore dei capelli glielo assegnò Judd Apatow prima di Superbad). Un’attrice, dunque, che si manifesta in tutto per tutto come ultimo anello di quella Girlsroom da teen comedy anni zero (come la chiama Nocturno in un bellissimo speciale sul Teen Movie), che la vede protagonista assieme a personalità del calibro di Tara Reid, Mena Suvari, Ellen Page. Lei è quella che, con un occhio nero, ha il coraggio di far coppia con un Jonah Hill ancora ciccione (sempre in Superbad). Ora è cresciuta, il filmetto messo da parte, e la vediamo in prodotti più “seri”. Peccato che siano tutti uno più brutto dell’altro: dal buonista The Help, all’inutile The Amazing Spider-Man, fino ad arrivare a quel pasticcio post-postmodernista, ora nelle sale, di Gangster Squad. Ma non importa: quando c’è Emma Stone, anche un brutto film, vale la pena di essere visto.