SPECIALE GUS VAN SANT
L’attualità scientifica
Nel 1997 usciva Will Hunting – Genio ribelle, film che, forse più di altri, pone alcune domande riguardo ai risultati del regista Gus Van Sant. All’apparenza risulta poco incisivo, privo di quella tensione e quel climax che in più di un momento ci si sarebbe aspettati: dal mistero della risoluzione della formula al futuro della coppia, gli interrogativi vengono subito chiariti o abbandonati con nonchalance.
Questione fondamentale da sottolineare: la sceneggiatura non è scritta dal regista e nemmeno in accordo con lui. La creazione di Affleck e Damon (firma anche del successivo Promised Land) viene affidata a Van Sant come un prodotto già finito, forse da smussare e rivedere, ma in buona sostanza si tratta, per il regista, di adattare un lavoro altrui alle proprie corde. Come succede quasi sempre in questi casi, il risultato marca alcune lacune e fragilità. Ma la forza di questo film, e del protagonista stesso, non sta tanto nella sua costruzione o nella sua profondità emotiva, quanto nella sua attualità. Il film esce nel 1997 e questo non è un anno casuale per affrontare una storia che si chiede da dove vengano le nostre risorse umane e scientifiche, come fare a svilupparle e quando (e soprattutto se) sia il caso di fermarle. Nello stesso anno Gerry Kasparov è il primo campione di scacchi battuto da un computer, Mars Pathfinder si posa su Marte, arrivano conferme della teoria evolutiva grazie al DNA di un uomo di Neanderthal, nasce Google, il tutto mentre il Protocollo di Kyoto si interroga a proposito del futuro climatico del pianeta. Si tratta di un periodo a suo modo decisivo, in cui dibattiti delicati saltano fuori: a molti di essi non sappiamo (ancora) trovare una giusta risposta, per altri forse non esiste proprio. Così, seppure in apparenza Genio ribelle non sia un’opera pregnante, in realtà ci apre tante finestre su domande più che sfaccettate (come i titoli di testa, non a caso). Will è quindi una nuova risorsa che viene da un ambiente diverso dal solito accademismo rigido e pomposo. È un personaggio che sfugge agli schemi ormai superati, confrontandosi da un lato con questo vecchio modus operandi, dall’altro con una psicologia (anch’essa in lotta con i suoi precetti) che usa l’esperienza e la sofferenza come unità di misura. Come dire che è un film che può essere semplice sotto molti aspetti, ma che nasconde numerose insidie etiche e sociologiche, ad una seconda o terza lettura.
Will Hunting – Genio ribelle [Good Will Hunting, USA 1997] REGIA Gus Van Sant.
CAST Matt Damon, Robin Williams, Ben Affleck, Minnie Driver, Stellan Skarsgard.
SCENEGGIATURA Ben Affleck, Matt Damon. FOTOGRAFIA Jean Yves Escoffier. MUSICHE Danny Elfman, Elliott Smith.
Drammatico, durata 122 minuti.