Oltre la paura
Un po’ foresta e un po’ favela, la “Grande Vasca” è un piccolo mondo a sé. Sa di primigenio e ha una diga per orizzonte. Ospita animali liberi di muoversi allo stato brado e una ristretta comunità di individui che si stagliano come simulacri preistorici sulle derive del progresso e della civiltà.
Un angolo di terra incastonato nel delicato equilibrio delle sue infinite componenti, un luogo che è, prima di ogni altra cosa, esperienza. Totalizzante. Respira reminiscenze di incastri malickiani il primo lungometraggio di Benh Zeitlin (giovanissimo, appena trent’anni) ma è puro accenno di forma; i tasselli del suo puzzle esistenziale rivelano sporgenze e rifiniture differenti. Perché si innestano sulle coordinate soggettive di uno sguardo libero e aperto sul mondo, quello di uno scricciolo di sei anni alla scoperta della realtà, tutta occhi e determinazione, corpo di bambina per uno spirito da futuro “re”. E’ Hushpuppy, abitante fiera e vivacissima della Grande Vasca, figlia amorevole di Wink, padre burbero ma capace di calorosi slanci affettivi. L’uomo ha un unico scopo: allevare la sua creatura all’esercizio della vita, alla sopravvivenza. E Hushpuppy è un cucciolo affamato: osserva, scruta, esplora, risponde alle sfide inebriandosi dell’euforia di esistenze altrui, si perde nelle meraviglie del mondo naturale, si nasconde nelle fantasie di visioni sognanti. L’occhio della macchina da presa le scivola addosso, ne assimila la mobilità accattivante dello sguardo – vero ma “caotico”, come è sempre quello di un bambino – in un gioco di complicità a due che rimanda alla natura vibrante del legame con l’altro (Natura, animali, essere umano), ricercato con pervicacia dall’infante al di fuori del recinto del pregiudizio. Le membra minuscole rigonfie di tensione pulsano di vita e si acquietano solo alla fine di un viaggio verso la completa accettazione: perdita e morte sono anch’esse vita che si rinnova, basta guardarle alla giusta distanza e oltre i confini del proprio io. Oltre la schiavitù del dolore, oltre la paura. Un esordio prodigioso, ufficializzato dal Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2012, dalla Camera d’Or all’ultimo Festival di Cannes e dalle quattro nomination agli Oscar, tra le quali spiccano quelle per la Miglior Regia e la Migliore Attrice Protagonista (Quvenzhané Wallis, la più giovane candidata di sempre). Al prossimo 24 febbraio il responso definitivo dell’Academy, che a disattendere trepidanti attese, si sa, è maestra riconosciuta. Se anche così dovesse essere, poco importa. Per chi scrive Quvenzhané/Hushpuppy ha già vinto, e il cinema con lei.
Re della Terra Selvaggia [Beasts of the Southern Wild, USA 2012], REGIA Benh Zeitlin.
CAST Quvenzhané Wallis, Dwight Henry, Levy Easterly, Gina Montana.
SCENEGGIATURA Lucy Alibar, Benh Zeitlin. FOTOGRAFIA Ben Richardson. MUSICHE Dan Romer, Benh Zeitlin.
Drammatico/Fantastico, durata 93 minuti.