DVD – USA 2012
Piccoli film crescono
Dopo la mostra celebrativa per il 25° anno di attività, il 2012 si chiude con la distribuzione in Italia del secondo volume I corti Pixar, che completa l’antologia del 2007 dedicata ai cortometraggi del noto studio d’animazione. Questo dittico è sì un’abile operazione di sfruttamento di un prodotto forte dell’industria Disney, ma tuttavia viene ad aggiungere un ulteriore tassello alla ricostruzione a ritroso della storia della Pixar.
Il rigore filologico con cui sono stati raccolti i film rende possibile una ricognizione dell’evoluzione tecnico-stilistica che ha caratterizzato il lavoro dello studio, dall’ancora primitivo The adventures of Andre & Wally B (1984) a La luna (2011), compendio di arte, codice binario e poesia.
Guardando esclusivamente ai cortometraggi in sé, i due DVD non parrebbero aggiungere molto a quanto si è già visto della casa di produzione fondata da Steve Jobs, essendo stati praticamente tutti già editati in accompagnamento ai vari lungometraggi in sala o alla loro versione homevideo. Bisogna perciò addentrarsi negli extra e nei commenti audio per trovare ciò che più di interessante vi è in questa antologia. Mentre i commenti degli autori spiegano e approfondiscono vari aspetti dei singoli film, Breve storia dei cortometraggi Pixar (volume primo), attraverso interviste e aneddoti, condensa in una ventina di minuti quello che, più approfonditamente era espresso da The Pixar Story di Leslie Iwerks, qui comunque sufficienti per comprendere i primi passi compiuti dagli autori che hanno rivoluzionato il modo di concepire e fare animazione. Nei corti universitari di Lasseter, Stanton e Bird (volume secondo), è invece possibile individuare – nei loro quasi sgraziati tratti a matita – i segni acerbi di quello stile che ha caratterizzato la loro produzione e tuttora la contraddistingue dalle coeve per innovazione e desiderio di sperimentazione. Proprio questi segni forti hanno costantemente portato la Pixar a ricercare un’identità artistica autonoma, spingendosi oltre i limiti preposti introducendo concetti di “personalità” e “caratterizzazione” nei soggetti animati con il suddetto primo corto o i finti bloopers che accompagnano i titoli di coda dei lungometraggi. O ancora l’espansione dell’universo narrativo dei singoli film, con corti ad hoc che vengono a colmare alcuni buchi volutamente lasciati in sceneggiatura: è il caso di BURN•E, robot operaio dell’astronave Axiom comparso in WALL•E, le cui vicissitudini si svolgono in parallelo a quelle del ben più noto automa che qui sono riproposte a sottolineare una molteplicità di azioni che si sviluppano in contemporanea anche fuori dallo sguardo dello spettatore. Piccole grandi sfide che, da un quarto di secolo a questa parte, la Pixar lancia a se stessa e all’industria di cui fa parte, segno di una maturità ormai consolidata e di una sempre più inevitabile integrazione sinergica tra cinema d’animazione e live action. “I sogni son desideri” cantava Cenerentola: ora è tempo di aprire gli occhi.