DVD – USA 2011
I’m a dirty cop
Un classico razzista, un bigotto, un sessista, un donnaiolo, uno sciovinista, un misantropo, chiaramente omofobo, inorridito dalla sua stessa persona: queste le parole che Rampart usa in sceneggiatura per descrivere il suo protagonista.
È decisamente un personaggio chiave negativo Stupratore Dave Brown, lo spettatore è portato ad odiare tutto di lui, soprannome compreso, compatendo la sua famiglia allargata composta da due figlie avute dalle due ex-mogli, all’anagrafe anche sorelle.
La trama si morde la coda, riversandosi tutta sulla sua figura, l’illusoria Los Angeles è presente come sfondo opaco, un rimando al recente passato esplicitato dal titolo della pellicola. È palese il riferimento allo scandalo Rampart che ha bollato l’omonima divisione dell’unità antibande C.R.A.S.H. del dipartimento di polizia californiana, protagonista negli anni ’90 di una serie di casi di corruzione e violenza come risposta al dilagante fenomeno delle gang di strada. Una settantina i soggetti incriminati, Stupratore Dave si ispira ad uno qualsiasi di questi, un soldato reduce dal Vietnam a cui piace il sesso, l’alcol, il fumo, sparare alla gente e picchiarla col manganello, la parte più divertente nel lavoro di un poliziotto secondo la sua perversa teoria di giustizia.
Prima del suo arrivo, il cinema aveva già utilizzato questa fonte di ispirazione confezionando prodotti come Cellular di David R. Ellis, oppure il più opportuno Training Day di Antoine Fuqua, fino ad uno dei vari episodi del pluripremiato Crash – Contatto fisico di Paul Haggins, altro titolo allusivo e aneddoto legato specificamente alla persona dell’agente Frank Lyga. Ora le fila di tale questione accolgono un nuovo proselito, un film impegnativo che esercita una violenza psicologica ai danni della mente contorta del suo protagonista e dello spettatore che assiste alla sua lenta decaduta volontaria in un brutale e solitario inferno. Tanto di cappello a Woody Harrelson, primo attore capace di non scomparire soffocato da una presenza registica alquanto corposa: da jump-cut a giochi di luci, ombre e suoni, montaggi sincopati mentre la macchina da presa sfrutta ogni angolazione possibile fino ad impazzire ruotando su se stessa. L’elenco tocca ogni singolo minuto della pellicola, sintomo di un grosso studio sullo sguardo d’insieme del prodotto, a tratti pesante ed evidentemente artificioso, per non dire furbo. Scaltro lo è anche il suo protagonista, che con mazzette e faccia tosta insabbia prove e si salva le chiappe; d’altronde lui si dimostra violento solo con le persone che lo meritano veramente. E un sorriso a denti stretti affiora non appena si ascolta tale battuta, i ricorsi che vanno alla faccia d’angelo dell’enigmatico ematologo di Miami che dà vita alla tostissima serie Dexter: quella sì che vale la pena recuperare!
Rampart [Id., USA 2011] REGIA Oren Moverman.
CAST Woody Harrelson, Robin Wright, Sigourney Weaver, Cynthia Nixon, Anne Heche.
SCENEGGIATURA James Ellroy, Oren Moverman. FOTOGRAFIA Bobby Bukowski. MUSICHE Dickon Hinchliffe.
Drammatico, durata 108 minuti.