C’è del marcio in Danimarca
“Miei amati figli, voi non mi conoscete, ma sono vostra madre. Voi siete la speranza più viva per un futuro migliore per la Danimarca. So che mi renderete orgogliosa. Vi amo così tanto. Vostra madre, Caroline Mathilde”.
Con la lettera di una madre, accorata e dolente, inizia Royal Affair di Nikolaj Arcel – conosciuto per la sceneggiatura di L’uomo che odiava le donne. Il regista racconta la storia di Christian VII di Danimarca e della cugina e consorte Caroline Mathilde. Unitisi in matrimonio, la donna scopre l’instabilità mentale di lui, la sua licenziosità, che si manifesta con le altre, mentre lei è fatta solo per procreare. Christian cambia quando, nella loro vita, entra Johann Friedrich Struensee, un medico tedesco, convinto sostenitore degli ideali illuministi, che, diventato dottore personale del re, tenta di instillare i “nuovi valori” nella giovane mente del fragile regnante. Sessualità e potere, politica e ideologia si intrecciano: manipolazione, intrigo, gioco sporco sono alla base della vita a corte. Caroline sposa un uomo che non ama e che non ha mai incontrato; pur odiandolo per ragioni di stato è costretta a portare in grembo un figlio suo. Johann manovra il suo paziente, gioca con la sua mente poco lucida, da fervido illuminista diventa un vile macchinatore che non solo ordisce trame contro di lui a livello politico, ma anche giace nell’alcova con la regina. Christian si prende gioco di chiunque, ma prima di tutto di se stesso: copula come un animale pur avendo un’anima sensibile d’artista, recita il copione del re illuminato e, nell’obnubilamento della sua mente, non si rende conto di essere solamente un fantoccio nelle mani di un’intera corte. La pellicola ci consegna uno sguardo inedito su un Paese e una storia poco noti, mostrandoci come i germi illuministi penetrino in una terra che non è la “solita” Francia. Ma manca qualcosa per la completa riuscita del film. Non è un problema di sceneggiatura, e non si tratta degli attori, bravi e nella parte, uno su tutti Mads Mikkelsen (Valhalla Rising – Il regno del sangue, Il sospetto) che impersona il fascino “libero” del dottor Struensee. Quella lettera iniziale non è solo dichiarazione d’amore, rivelazione di ciò che è successo, confessione di una madre che si presenta per quella che è, ma dovrebbe essere anche promessa fatta allo spettatore, sincera dichiarazione d’intenti. Invece Royal Affair smentisce se stesso, fluisce lento e pomposo, “si piace molto” e forse in questo (com)piacersi perde un’opportunità.
Royal Affair [En Kongelig affaere, Danimarca/Svezia/Repubblica Ceca 2012] REGIA Nikolaj Arcel.
CAST Mads Mikkelsen, Alicia Vikander, Mikkel Følsgaard, David Dencik.
SCENEGGIATURA Nikolaj Arcel, Rasmus Heisterberg (tratta dal romanzo Prinsesse af blodet di Bodil Steensen-Leth). FOTOGRAFIA Rasmus Videbaek. MUSICHE Cyrille Aufort, Gabriel Yared.
Drammatico/Storico, durata 137 minuti.