Gli anni di piombo non passano
Per la sua seconda regia, Susanna Nicchiarelli sceglie di affidarsi a Walter Veltroni, ispirandosi, molto liberamente, al suo romanzo d’esordio: La scoperta dell’alba, scritto dall’allora sindaco di Roma nel 2006.
A differenza del romanzo, dove il protagonista era un uomo più o meno della stessa età dell’autore e non privo di elementi autobiografici (a partire proprio dall’assenza del padre, morto quando il futuro politico aveva un anno), il punto di vista è femminile: Barbara (Margherita Buy) è la figlia di un noto professore probabile vittima del terrorismo, scomparso all’inizio degli anni Ottanta. Svuotando insieme alla sorella (Susanna Nicchiarelli) la vecchia casa di famiglia al mare, Barbara trova un vecchio telefono, che sorprendentemente suona libero: prova per gioco a fare il numero della loro vecchia abitazione, e con stupore sente rispondere la voce di lei bambina. La comunicazione tra la Barbara adulta e la Barbara bimba è occasione per fare luce sulla figura del padre e sulla sua scomparsa, e di conseguenza anche per sistemare nel presente la confusione interiore sua e della sorella.
La Nicchiarelli aveva mostrato con il pur esile e un po’ incompiuto Cosmonauta buone potenzialità, per esempio sensibilità e una lieve ed efficace ironia, che lasciavano ben sperare in passi in avanti; purtroppo le attese sono state deluse, e La scoperta dell’alba rimane esile e sterile. Innanzitutto, non vengono sfruttate le potenzialità narrative e tematiche delle telefonate tra la Barbara adulta e la Barbara bambina, e i momenti di commedia – anche quando piacevoli – appaiono spesso posticci e non ben amalgamati alla narrazione. Soprattutto però, a differenza del romanzo alla base, il film appare troppo sbilanciato verso il privato, nell’ottica del gioco delle influenze reciproche tra “pubblico e privato” che è il senso più profondo della vicenda. Non scava in profondità la riflessione sul passato degli anni di piombo che ancora oscura il presente del singolo, la cui condizione doveva simboleggiare il rapporto irrisolto tra il nostro paese e quella stagione, non ancora chiusa, digerita e interiorizzata dalla nazione, ma che invece non va oltre all’essere semplice pretesto per l’ennesima insicurezza interiore di un personaggio interpretato dalla Buy. Non andando oltre i limiti di quel cinema italiano “carino” nel senso più limitante del termine, convenzionale e vacuo, l’opera seconda della Nicchiarelli conferma l’enorme difficoltà e il grande senso di disagio con cui si affronta e si ricorda la stagione del terrorismo, sempre più presente sui nostri schermi ma allo stesso tempo non ancora ben capita e digerita; e in questo, per una volta, il cinema italiano è specchio perfetto della nazione.
La scoperta dell’alba [Italia 2012] REGIA Susanna Nicchiarelli.
CAST Margherita Buy, Susanna Nicchiarelli, Sergio Rubini, Lina Sastri.
SCENEGGIATURA Susanna Nicchiarelli, Michele Pellegrini, dall’omonimo romanzo di Walter Veltroni. FOTOGRAFIA Gherardo Gossi. MUSICHE Gatto ciliegia contro il grande freddo.
Commedia/drammatico, durata 92 min.