Ritratto della città in movimento
Bologna cambia e non ce ne accorgiamo. Custode dei ricordi, la città vive insieme a noi accompagnandoci nei cambiamenti: piccoli dettagli che il nostro sguardo fugace e disattento non coglie e che l’Urban Center riporta in vita grazie a una mostra allestita presso la Sala Borsa e visitabile gratuitamente fino al 12 gennaio.
Un ritratto del cambiamento, silenzioso e costante, sepolto negli archivi privati che Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, restituisce alla sua città mostrando un inedito collage di video e foto dei cittadini cineamatori che l’hanno vissuta e fotografata tra gli anni ’50 e gli anni ’80. Una mappa di Bologna in sfondo nero mostra i quartieri della città disegnati in gesso bianco: su questa cartografia visuale si susseguono i filmati degli edifici bombardati o della tagenziale in costruzione, della funivia per San Luca e del passaggio del tram, dell’ippodromo e del Dall’Ara. Immagine e storia: dalla bicicletta all’auto d’epoca, una Seicento che gira per strada o il video di una processione religiosa, di una manifestazione politica che dietro uno striscione (“chi preferisce i carri armati ai carri agricoli è nemico del popolo della pace”) o dietro un maglione d’epoca svela la storia di Bologna e del suo tempo, di come questo passi; dai filmati per l’uccisione di Francesco Lorusso nel ’77, fino all’esplosione della stazione nell’80 – che chiude, simbolicamente, la mostra. Dagli archivi privati emergono anche i video di donne con la macchina da presa: un momento di esplorazione per la soggettività femminile troppo spesso celata, che in accordo con l’assessorato alle pari opportunità e l’Associazione Orlando valorizza il materiale degli archivi delle donne. Ma accanto al tempo monumentale e apparentemente immobile delle piazze e delle chiese, scenari davanti ai quali si consumano riti collettivi, si affianca quello dei cronofotogrammi che proiettano in sequenza l’immagine di un bimbo in salopette circondato dai piccioni o di una saracinesca che lentamente si alza. E se nella stanza buia il rumore del proiettore evoca il senso del lento scorrere del tempo, su uno schermo scorre il video di una coppia che commenta il giorno del proprio matrimonio, alla fine del 1974. L’amatore dunque, non un semplice autodidatta, esplicita il proprio punto di vista e con gesto autoriale, tutt’altro che dilettantistico, testimonia abiti, costumi, colori e cartelli stradali che hanno fatto un’epoca. Un’epoca anche visuale che si accosta alle avanguardie del ‘900 e che segna il passaggio dal linguaggio analogico a quello digitale: 16 mm, 9.5 mm, super8, 8 mm. L’immagine fotografica, il tipo di inquadratura e la scelta del montaggio cambiano: Cinematic Bologna non è solo immagine e storia, ma anche storia dell’immagine – una storia che può arricchirsi dei filmati che i singoli cittadini possono mettere a disposizione, partecipando attivamente alla mostra multimediale della propria città, per guardare Bologna con gli occhi dei nonni che l’hanno vissuta o per recuperare lo sguardo dei bambini che l’hanno vista silenziosamente cambiare.