A PROPOSITO DI KEN LOACH…
Cinema e rivoluzione
Il cinefilo duro e puro (e di sinistra, chiaramente) dovrebbe detestare Terra e libertà. Il film di Ken Loach pare infatti esempio tipico di quel cinema illusionista, declamatorio, retorico e schiavo del proprio dispositivo, che di rivoluzionario pare aver davvero poco.
Una posizione che deriva da un certo circuito di critici francesi, appartenenti alla rivista Cinétique a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, che tanto dibattito ha suscitato e tanto, ancora, influenza certo approccio cinefilo. La questione era legata all’uso, ai compiti, del cinema politico: il problema non erano i contenuti, non era il fatto di porre sullo schermo le condizioni della classe operaia, ma si trattava di ragionare sul mezzo. Il vero cinema rivoluzionario era quello che si districava dalla dittatura dei codici, quello che sapeva mostrarne la natura illusoria, che ci liberava dalla tirannia dell’assorbimento diegetico. Questa posizione pare proprio in antitesi con Terra e libertà: un film che tratta di un argomento chiave per comprendere l’esito della Guerra Civile Spagnola, e lo fa decidendo senza indugi chi sta dalla parte giusta, con quell’enfasi partecipativa tipica di chi, come Ken Loach, mette in primo piano le idee rispetto all’arte. In barba ad ogni illusione di dialogo interdisciplinare, il film piace molto agli storici. Giovanni De Luna, in un libro di testo dedicato agli alunni dei licei (Codice storia), individua proprio Terra e libertà quale oggetto di studio imprescindibile: prendendo il punto di vista dei miliziani del P.O.U.M., l’opera risulta estremamente interessante (assieme ad Omaggio alla Catalogna di George Orwell, da cui Loach prende ispirazione per il film) per comprendere come le rivalità tra fazioni amiche, le lotte intestine, abbiano portato alla vittoria di Francisco Franco, e all’avvio di un regime quarantennale. Un punto di vista assolutamente legittimo, quest’ultimo, ma che pare utile solo per lo storico: alla maniera di Julio Cabrera riguardo ai temi della filosofia, in questo caso il film diviene interessante unicamente come esempio per parlare d’altro. Anche qui, di cinema c’è poco. Effettivamente pare proprio che, in Terra e libertà, le idee di cinema, scarseggino. Ma in fondo, ci chiediamo, è davvero importante? Non è forse altrettanto fondamentale che l’enfasi retorica di Ken Loach abbia, nel bene e nel male, avviato tanti giovani liceali (me compreso) a partecipare a certi ideali? In fondo, Terra e libertà, raggiunge pienamente il proprio scopo e, forse, va benissimo così.
Terra e libertà [Land and Freedom, Gran Bretagna/Spagna 1995] REGIA Ken Loach.
CAST Ian Hart, Rosana Pastor, Frederic Pierrot, Tom Gillroy.
SCENEGGIATURA Jim Allen (ispirata a Omaggio alla Catalogna di George Orwell). FOTOGRAFIA Barry Ackroyd. MUSICHE Juan Ignacio Cuadrado Bueno, George Fenton, Christianus Geyter Petrus, Mabel Wayne.
Drammatico/Guerra, durata 109 minuti.