A PROPOSITO DI PETER JACKSON…
Epica 2.0
La Compagnia dell’Anello esce al cinema nel 2001, lo stesso anno di Harry Potter e la pietra filosofale. Le due pellicole danno inizio alle saghe non solo di maggior successo di questo decennio ma alla necessità di una serializzazione programmatica mirata ad una forte fidelizzazione dello spettatore e dal forte distacco con quelle del passato, abituando distribuzione e pubblico ad una pianificazione di attesa del prodotto.
È doveroso dire però che la Trilogia dell’Anello sia in parte esterna a questo processo, non solo per la compattezza del testo di Tolkien, ma soprattutto perché a dirigere l’intera operazione c’è un solo autore, Peter Jackson, in grado di donare unità narrativa e stilistica alle tre pellicole. La trilogia si presenta prima di tutto come l’opera di un fan, concetto che non dev’essere assolutamente sottovalutato nell’identificazione stilistica; la mitologia del Signore degli Anelli ha fin da subito condizionato non solo il mondo letterario ma invaso anche e soprattutto il mondo ludico: cards games e giochi di ruolo si ispirano, se non proprio si basano, sul mondo tolkieniano. Impossibile non tenere conto di quanto questa proliferazione abbia influenzato Peter Jackson soprattutto nel rapporto tra le geometrie e proporzioni dei singoli nei confronto degli eventi, in cui l’epicità del “anche il più piccolo può cambiare il corso delle cose” propria del testo base viene a fondersi con l’idea del singolo disperso nella moltitudine propria invece delle sequenze campali, leit motiv della serie cinematografica. Il continuo intervallarsi tra establishing shots e primi piani dona un ritmo prospettico sempre in mutamento. Rapporto, quello delle proporzioni, restituito da ciò cui la trilogia ha poi dato vita, rivelandosi il vero punto d’interesse del sistema industriale culturale. È ancora il settore ludico, dei videogiochi e di Games Workshop, ad averne assorbito maggiormente le conseguenze: nei casi più interessanti ha impostato la sua meccanica negli scontri con giochi di strategia a turni o in tempo reale, in cui la moltitudine viene riproposta al giocatore senza che il ruolo epico del campione venga meno. Data l’incidenza, questi prodotti non possono essere sottovalutati soprattutto in relazione con l’opera d’origine (in questo caso le pellicole più che il romanzo) in grado d’influenzare attraverso la propria estetica non tanto le meccaniche di altri prodotti ma quella di un immaginario che al principio non gli apparteneva, e allo stesso tempo rafforzando il ruolo dell’epicità contemporanea dell’industria ludico-culturale, sempre in bilico tra singolo e moltitudine.
Il Signore degli Anelli [The Lord of the Rings, Nuova Zelanda/USA, 2001-2002-2003] REGIA Peter Jackson.
CAST Elijah Wood, Ian Mckellen, Viggo Mortensen, Orlando Bloom, Andy Serkis.
SCENEGGIATURA Fran Walsh, Philippa Boyens, Peter Jackson (tratta dall’omonimo romanzo di John Ronald Reuel Tolkien). FOTOGRAFIA Adrew Lesnie. MUSICHE Howard Shore.
Fantasy, durata 178-172-192 minuti.