Questioni di format
Arrivò Quasi Amici, ed ebbe un successo clamoroso. Vista l’innata capacità di viaggiare su terreni sicuri, in Italia si pensò bene di creare un brand, quello della commedia francese, che adoperava, come denominatore comune, la parola “amici” nella traduzione del titolo. Fu così, che uscirono a rotazione Piccole bugie tra amici, Cena tra amici, Troppo Amici. L’ultimo della lista, non è altro che un film del 2009 scritto e diretto dagli stessi autori di Quasi amici e distribuito solo oggi nelle sale italiane come se fosse un sequel.
Un’operazione di marketing che fa il paio con la vicenda presentata nel film, in quanto a ruffianeria e cafonaggine. Alain e Nathalie sono una coppia in crisi. Hanno due figli: Lucien, scalmanato e insopportabile e Prosper, nato da poco. Nathalie ha un fratello, Jean-Pierre, avvocato d’ufficio con non pochi problemi economici. La moglie di lui, Catherine, è una donna apprensiva e supponente, che iscrive la figlia ad una scuola ebraica solo per il prestigio. I due fratelli hanno una sorella, Roxane, insicura e nevrotica, alle prese con un nuovo flirt: Bruno, un medico di colore, rigorosamente scambiato per facchino, camionista, infermiere o venditore ambulante. Va da sè che l’utilizzo di Omar Sy, attore di origini senegalesi co-protagonista anche in Quasi Amici, dà al film l’inesorabile impronta equa e solidale. L’utilizzo delle varie minoranze etniche costituisce il controcanto comico più sfruttato parallelamente all’intreccio primario. Peccato che la soluzione, volendo essere irriverente e rispettosa in egual misura, finisce per mancare totalmente il bersaglio: la critica agli stereotipi diviene banale e prevedibile e il buonismo di fondo, nemmeno troppo celato, fa abitualmente capolino. Un buonismo che trova la propria apoteosi in un finale ad altissimo indice glicemico, ovviamente familista, ovviamente retorico, dedicato a chi pretende i buoni sentimenti quali rimedio necessario ad una comicità mediamente irridente.
In sostanza, Troppo Amici conferma la ruffianeria di fondo del suo finto prequel/sequel, con la differenza che, qui, i tempi comici risultano traballanti su tutta la linea e lo stile grottesco si manifesta unicamente quale alibi per giustificare un sceneggiatura mal costruita. Certo, se i distributori italiani sostituivano il termine “amici” con “idioti”, magari ci ricavavano due piccioni con una fava e trovavano una linea comune con I soliti idioti. Tanto, pare proprio che quando si tratta di essere zotici, i francesi non hanno nulla da invidiare a noi italiani.
Troppo amici – Praticamente fratelli [Tellement proches, Francia 2009] REGIA Olivier Nakache, Eric Toledano.
CAST Vincent Elbaz, Isabelle Carré, Francois-Xavier Demaison, Audrey Dana, Omar Sy.
SCENEGGIATURA Olivier Nakache, Eric Toledano. FOTOGRAFIA Remy Chévrin. MONTAGGIO Dorian Rigal-Ansous.
Commedia, durata 102 minuti.