Il rosso e il blu
Possibilità: in quest’opera più di ogni altra cosa si contrappongono i personaggi di Suzy (Kara Hayward) e dei Servizi Sociali (Tilda Swinton). Nella totale divisione di generi che regna nel film, ai maschi toccano usi e costumi femminili, dalle faccende di casa ai pettegolezzi. Tra i pochi personaggi femminili presenti, però, Suzy risalta rispetto alle donne con i bigodini sullo sfondo.
Una bambina sempre ordinata e intonata ai colori che la circondano, con una consapevolezza tale da affrontare il pubblico guardando dritta in macchina. Un personaggio che, fosse anche solo per questo, si distingue, per esempio, dall’anonima centralinista o dalla propria genitrice. Suzy ci viene presentata nel pieno delle possibilità che la sua personalità decisa ha: caratterizzata dal binocolo (e dalla conseguente soggettiva stilistica), dai vestiti chiari e dalle pose fotografiche, in cui solo l’iniziale trucco acceso (che un po’ ci ricorda il carrozzone di Little Miss Sunshine) appare stonato, quasi a tramutarla in una Scarlett Johansson in fieri. Linguaggio figurativo e interessi intellettuali un po’ troppo adulti per la sua età corredano i comportamenti stizziti di Suzy, in linea con la retorica della teenager americana. Con lei, Anderson riesce a costruire immagini che rimandano a Titanic, Laguna blu e Il tempo delle mele. Ma anche un parallelo con il mare e gli scogli di Bergman. Nel finale del film, a scontro concluso, un velo di razionalità cala sulle irruente pulsioni della bambina, i cui abiti sempre tendenti al rosso virano verso un più ragionato giallo. Forse inizia così quel processo che la porterà ad indossare abiti blu, come quelli dei Servizi Sociali. La Swinton rappresenta infatti la negazione degli impulsi di Suzy. È infatti il personaggio più simile alla bambina, con gli stessi capelli rossi. Le sue irrequietezze, però, sono state coperte da protocolli e attitudini al punto di renderla virile (ma non gelida), protetta da quel mantello blu e non da un vestito color pastello. Oltre ai capelli rossi, con Suzy ha in comune ordine e precisione, ma soprattutto possiede la stessa interiorità passionale. Impulsi rosso fuoco, nascosti solamente da una coltre blu, come dimostra l’interno della mantella, intravista solo a bordo dell’elicottero. L’opposizione tra l’impulsività infantile e la razionalità dell’età adulta è il perno centrale di tutto il film e Anderson ne raggiunge l’apice proprio con la giustapposizione, seppur indiretta, di questi due personaggi.
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore [Moonrise Kingdom, USA 2012] REGIA Wes Anderson.
CAST Kara Hayward, Jared Gilman, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand.
SCENEGGIATURA Wes Anderson, Roman Coppola. FOTOGRAFIA Robert D. Yeoman. MUSICHE Alexandre Desplat.
Commedia, durata 94 minuti