Le temps de l’amour su un’isola che (non) c’è
I primi palpiti. Una tenda gialla su una riva. Accampamento d’amore e di sentimenti, falò di promesse, fedeltà, dichiarazioni mai pronunciate e mai ascoltate. Lei, Suzy/Kara Hayward, rivela a Sam/Jared Gilman paure e nevrosi, lui per lei diventa gruccia su cui appoggiarsi, costruisce un giaciglio su cui accoccolarsi, nella notte più bella della vita, quella della comprensione e dell’amore.
L’insostenibile profondità dell’essere, del sentire e del provare, è questo il fulcro di Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore (film d’apertura a Cannes 2012), la nuova opera di Wes Anderson. Tutto inizia durante una rappresentazione parrocchiale, quando Sam, scout occhialuto e deciso, incrocia lo sguardo di un corvo, Suzy, incredibilmente bella, seducente, con occhi saggi e maturi di chi ne sa della vita, del dolore e della sofferenza. Sam e Suzy sono bambini, che hanno corpi di bambini, ma vivono, sentono, provano emozioni e pulsioni da adulti. I due si scrivono lettere pure, piene di vita, del proprio disagio, della loro mancata appartenenza al mondo; tra quelle righe, ingenue e schiette, prende forma il germe della fuga. Fuggire su una spiaggia dove la Felicità è possibile, non più miraggio di fanciulli un po’ idioti; lì si può ballare mezzi nudi sulle note di Le temps de l’amour (Françoise Hardy) senza paura di essere ridicolizzati, ci si può baciare, toccare, senza paura di essere puniti. Mentre gli adulti sono immaturi, traditori e vigliacchi, “ignoranti” del loro ruolo e del concetto di amore, Sam e Suzy, invece, occhi dentro occhi, parlano di cose da grandi, perché loro grandi lo sono veramente: nei valori, negli intenti e nei movimenti dell’anima e del cuore. Mentre Suzy, una Wendy in carne e ossa, gli legge fiabe prima di andare a dormire, lui fuma la pipa e le dimostra che è uomo di cui ci si può fidare. Mentre Sam si cala nei panni di marito, offrendole fedeltà, tutta la protezione di cui è capace, lei, d’altra parte, confidando in lui, gli racconta ciò che è, donandogli la mano, le lacrime, il corpo come ispirazione per i suoi quadri. Moonrise Kingdom è una storia dolce e delicata, che ci fa tornare piccini, intrappolati in corpi adulti – creature animate alla Peanuts – scatenati nella danza dei tempi dell’amore, palpitanti, poetici e sinceri, come Suzy e Sam, lunari e magnetici, coraggiosi nei sentimenti e nelle azioni: insomma siamo partecipi, almeno per un po’, di quella favola bella che Anderson costruisce.
Moonrise Kingdom – Una fuga d’amore [Moonrise Kingdom USA, 2012], REGIA Wes Anderson.
CAST Kara Hayward, Jared Gilman, Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand.
SCENEGGIATURA Wes Anderson, Roman Coppola. FOTOGRAFIA Robert D. Yeoman. MUSICHE Alexandre Desplat.
Commedia, durata 93 minuti.