A PROPOSITO DI WES ANDERSON…
Acquario infinito
A tutt’oggi probabilmente il film più ambizioso di Wes Anderson, Le avventure acquatiche di Steve Zissou arriva nel 2004 dopo il grande successo de I Tenenbaum, riprendendone la forma corale, il sottotesto di problemi familiari e difficoltà a responsabilizzarsi, l’umorismo indolente che può piacere o meno.
Alla critica e al pubblico piace meno: forse perché scivola senza pensieri nel territorio del fantastico come serbatoio di creature e situazioni (animate da Henry Selick) da cui attingere; forse perché allora andava già di moda criticare Anderson; forse perché Steve Zissou ha l’impassibilità dei personaggi andersoniani ma vizi piuttosto comuni, tanto è egocentrico, fedifrago, invidioso, bugiardo.
Bill Murray, che curiosamente l’anno dopo darà il volto a un altro fallimentare dongiovanni apparentemente anaffettivo in Broken Flowers, interpreta l’esploratore marino, eroe di dodicenni e poi zimbello cinematografico; e adesso padre mancato di un militare suo fan (Owen Wilson) che ha il suo stesso sguardo triste.
Anderson e Baumbach, sceneggiatore, si divertono con l’intreccio, un dramma familiare dentro una riflessione melvilliana sull’uomo, le proprie nemesi e i propri limiti che contiene a sua volta un’avventura piratesca, e indubbiamente a un certo punto il film risente di questo affastellamento di personaggi e svolte sgangherate. Funziona meglio quando gli autori giocano con il dispositivo narrativo: un menestrello-David Bowie portoghese, un cameraman onnipresente, quel “cut!” che risuona dopo ogni litigio, e una nave-set che sembra una complessa scena teatrale. Il sipario all’inizio non è casuale, e anche qui – come ne I Tenenbaum, come in Moonrise Kingdom – la grammatica che sostiene il film sta nei movimenti, nei passaggi da un luogo all’altro, in una concezione del set come materializzazione dello spazio dell’immaginazione infantile, pieno di pertugi e botole e scalette che collegano gli ambienti. Il tutto dà forma all’impero della Zissou Society che ha nel mare – sì infinito, ma sempre inquadrato e riquadrato da oblò o videocamere installate su delfini – la sua propaggine esplorabile e dunque rassicurante, perché secondo i punti di vista anche la più pericolosa delle bestie può essere un fanale che illumina le profondità degli abissi.
Le avventure acquatiche di Steve Zissou [The Life Aquatic with Steve Zissou, USA 2004] REGIA Wes Anderson.
CAST Bill Murray, Anjelica Huston, Owen Wilson, Cate Blanchett, William Dafoe, Jeff Goldblum. SCENEGGIATURA Wes Anderson, Noah Baumbach. FOTOGRAFIA Robert Yeoman. MUSICHE Mark Mothersbaugh.
Commedia, durata 118 minuti.