“Nessuno guarisce dalla propria infanzia”
È uscito il 19 ottobre ed è schizzato in vetta alla classifica dei libri più venduti di Amazon. Ad oggi Un polpo alla gola, il secondo albo a fumetti di Zerocalcare, è alla sua terza ristampa, con 40.000 copie all’attivo. Un successo straordinario che premia il talento del fumettista Michele Rech, romano di origini aretine, il cui alter ego disegnato è ormai l’icona di una generazione.
Un polpo alla gola ne ripercorre i trascorsi a partire dall’infanzia scolastica, per poi passare all’adolescenza fino all’ingresso nella maturità – ma non chiamatelo adulto, non gradirebbe. Filo conduttore, una colpa inconfessabile che attanaglia il piccolo Zero nella forma di un polpo avvinghiato al gargarozzo. Un segreto che si accompagna a quelli degli amici, altrettanto gelosamente custoditi, e ad un imperscrutabile mistero che aleggia irrisolto su quei primi anni di scuola. Per venirne a capo Zero dovrà affrontare le tappe critiche della crescita, che poi sono quelle di chiunque: l’asilo tra voglia di leadership e rischio di emarginazione, l’adolescenza combattuta tra simboli consumistici, velleità politiche e tempeste ormonali, il passaggio all’indipendenza con un inesistente mercato del lavoro. Generazione anni ’80-’90 che Zerocalcare sa raccontare così bene, con i suoi idoli e le sue contraddizioni e la capacità di essere universale pur contestualizzando le vicende in una caratteristica ambientazione romanesca. E’ proprio questo equilibrio a fare dei suoi fumetti una sorta di manifesto dei disagi e dei bisogni attuali in cui è facile riconoscersi. La sua estrema capacità di sintesi e un’ironia intelligente gli permettono di affrontare qualsiasi argomento senza rischio di retorica o pedanteria. Cavalieri dello Zodiaco e lavoro precario, omicidio e Breaking Bad si alternano disinvoltamente nelle tavole in bianco e nero, restituendo un’immagine esatta di quell’assurdo amalgama che è la vita. Tra le vignette più riuscite, quella di Zero adolescente combattuto tra il nichilismo di Kurt Cobain, il glamour di Joe Strummer e l’anti-imperialismo di Che Guevara. Ma, come sempre accade nelle sue storie, sono molti i mentori occasionali e le coscienze immaginarie che gli sussurrano all’orecchio soluzioni più improbabili che sagge. Da un drastico David Gnomo a un Luke Skywalker alcolizzato, passando per la versione splatter dei Tre Porcellini. Manca invece il fedele Armadillo. Per quello bisogna recuperare l’albo precedente o attendere pazienti sul blog, ogni lunedì. Anzi no, uno su due. Anzi, dipende. In ogni caso, ne vale la pena.