SPECIALE SERIE TV
La luce non tornerà
La signora Matheson (Elizabeth Mitchell) è moglie di Ben e lontana parente di Richard. Non è l’ultima donna della Terra ma, dopo il black out elettrico mondiale, è sola, da anni non ha notizie dei suoi cari. La vita precedente le aveva riservato più o meno lo stesso destino. Finita su un’isola sperduta, usata, ricattata.
Quando Eric Kripke (Supernatural) inizia a svelare il suo passato, si ripete la storia di Juliet e con lei ritornano i flashback di Lost, così come, in altre vesti ancora da scoprire, sono ritornati il demiurgo Jacob (Mark Pellegrino) e il comandante Lapidus (Jeff Fahey). J.J. Abrams e Bryan Burk, qui coproduttori, portano dietro il loro inventario. Ma rispetto a quella serie che aveva reso teledipendenti milioni di fan, più che di rivoluzione, si tratta di una deprimente involuzione, che Abrams prosegue dopo i recenti Undercovers, Person of Interest, Alcatraz. Il trailer era già un buon indicatore per ridimensionare le aspettative, il pilot – nonostante la regia di Jon Favreau (Iron Man) – ne è la conferma. Dopo nove episodi, abbandonarla volontariamente potrebbe essere liberatorio prima che a deciderne la sospensione ci pensi la NBC. Difficile trovare qualcosa di positivo in questo scenario “post-elettrico”, dove 15 anni di buio hanno cancellato il ricordo della società conosciuta. In sostanza, situazioni ritrite e personaggi impacchettati nell’insopportabile retorica del buono costretto a diventare cattivo, dell’eroe anti-eroe, dei good guys (ma tutti maestri di spada, arco e fucile) vs. gli “Altri”, miliziani al servizio del temibile generale Monroe. In una trama prevedibile e ancor più irritante quando vorrebbe sorprendere, non ci resta che contare i cento modi diversi per salvare in extremis la “Compagnia del Pendaglio”, ripetuti senza tregua in ogni episodio: la mano che ferma la spada a un centimetro dalla trachea, la freccia che si pianta dietro l’orecchio, la borraccia da whisky che blocca il proiettile, etc. creano tanta suspense quanto il mezzo mistero, le bugie e i segreti resi noti nell’ultima scena… che erano palesi sin dalla prima. La sci-fi televisiva di Abrams & Co. appare svogliata, ripetitiva, incapace di rinnovare il genere (lo avevamo visto anche in Fringe, brutta copia di X-Files). Lost aveva portato Il prigioniero di McGoohan ne L’isola del dottor Monreau con una valigia piena di misteri. Revolution ci ricorda le serie fantascientifiche degli ultimi anni che hanno bruciato un spunto iniziale potenzialmente buono in meno di mezzora di pilot. Si pensi all’altro black out in Flash Forward o alla Terra che esplode in Odyssey 5. Via la luce e ci ritroviamo in quella Terra Nova che speravamo di non vedere mai più.
Revolution [Id., USA 2012], IDEATORE Eric Kripke.
CAST Tracy Spiridakos, Graham Rogers, Billy Burke, Elizabeth Mitchell.
Drammatico/Fantascienza, durata 45 minuti (episodio), stagioni 1