A PROPOSITO DI DARIO ARGENTO…
Paura e delirio a Zurigo
“I sogni son desideri di felicità”, ci ha insegnato il buon vecchio Walt Disney nel suo indimenticato – almeno per le fanciulle romantiche – Cenerentola. Nel caso di Phenomena (1985), invece – scritto, diretto e prodotto da Dario Argento – quelli della bella Jennifer Corvino/Connelly sono delirio, dramma e sangue.
“Un maniaco, uno spietato assassino, uno sterminatore di ragazzine” è il protagonista degli incubi di un intero Stato e della Bella addormentata, nessuno principe azzurro può svegliarla dal suo universo onirico, può contare solo sui suoi poteri paranormali e sulla forza della sua mente. È una fiaba, atroce, truculenta, disumana, che inizia sempre da un famigerato “c’era una volta”: un pullman che porta in gita delle ragazzine tra le tranquille vallate svizzere. Tra sogno e realtà, finzione e fobie, sangue e inconscio, si snoda uno dei capolavori del Maestro dell’horror, forse l’ultimo esemplare dell’âge d’or del cineasta romano. Il suo occhio entra nelle “convulsioni oniriche” di Jennifer, ospite del college Wagner di Zurigo. Sonnambulismo, insetti, il sibilare del vento che fa diventare folli… una rete ansiogena e inquietante che ci accompagna in un delirio di perdizione e obnubilamento, utilizzando elementi tipici della cinematografia del regista. Jennifer, eroina da fiaba “orrorifica”, si perde nel bosco alla ricerca di un maniaco necrofilo, passeggia, novella Cappuccetto Rosso alla ricerca di un “lupo cattivo”, come noi passeggiamo nelle nostre paure più profonde, immergendoci nella e sobbalzando per la fobia degli insetti – fedeli aiutanti della giovane detective, con cui hanno stretto un rapporto telepatico, tanto percepirne le emozioni – terrorizzati dal sangue che scorre a frotte. “La signora delle mosche”, definita così da una Rottermaier gotica, come in tutte le fiabe, è messa alla prova in continuazione, alla ricerca di corpi macellati, fatti a pezzi, devastati dai vermi, spaventata e urlante in una Natura benevola: ma è proprio lì che si insinua il male, dove scorrono i ruscelli, dove dolci vallate sembrano cullarci, proprio lì accadono le peggiori atrocità e l’idillio si trasforma in terrore. In Phenomena, la Natura beffarda accoglie le devastazioni più laceranti e profonde del carnefice, tanto quanto le fragilità, le vesti stracciate, la pelle abrasa e ferita delle vittime, dà riparo agli animali, “umani” e benigni, ma anche al Demone più crudele e spietato. Oramai da anni Argento ci ha abituato a flop, sceneggiature senza senso, recitazioni standard e esagerate nella loro mediocrità: film horror che fanno ridere. Un film come Phenomena, nonostante qualche slabbratura (come il finale esasperato), ci ricongiunge al Regista più vero e più autentico.
Phenomena [Id., Italia 1985] REGIA Dario Argento.
CAST Jennifer Connelly, Daria Nicolodi, Donald Pleasence.
SCENEGGIATURA Dario Argento. FOTOGRAFIA Romano Albani. MUSICHE Goblin.
Horror, durata 110 minuti