SPECIALE SERIE TV
La rinascita di un attore
Puntate brevi, battute sarcastiche e situazioni estreme: Non fidarti della s*** dell’interno 23 (conosciuto anche come Apartment 23) non sembra avere molto di particolare. Anzi, se si dovesse puntare sulle vicende raccontate, pur adornate di ironia pungente, non si otterrebbero grandi risultati. Poi, la svolta: arriva James Van Der Beek.
La trama è semplice: una ragazza di provincia si trasferisce nella Grande Mela. Ad istruirla riguardo al nuovo stile di vita è un’esuberante coinquilina, la stronza dell’interno 23 appunto, a colpi di tiri mancini. Migliore amico della newyorkese è James Van Der Beek, alle prese con sempre nuovi tentativi di liberarsi dall’etichetta “Dawson Leery” che lo attanaglia, nella fiction e nella realtà. Ecco il pilastro che sostiene l’intera serie agli occhi degli spettatori. Van Der Beek, resosi conto della totale impossibilità di oscurare il suo passato di teen star, se ne è fatto una ragione e ha optato per la soluzione migliore: elaborare la sua emancipazione sotto gli occhi di tutti. Oltre a questa serie, che costituisce comunque il passo più palese, Van Der Beek non è nuovo ad autoironie volte a superare il suo personaggio (visitate il sito www.jamesvandermemes.com). La narrazione procede blandamente, senza un vero sviluppo a cui mirare. La curiosità non è solleticata dai fatti, bensì dalle battute, che comunque rimangono piuttosto “risate a denti stretti”; è qui che interviene la forza emotiva di James/Dawson, che fa sì che scaturiscano grandi risate e affetto nei suoi confronti. Così, al termine di ogni puntata, non ci si pone il dubbio di smettere di seguire la serie: in fondo c’è Dawson e non lo possiamo tradire. L’operazione esistenziale e attoriale posta in essere da Van Der Beek giova sia ad Apartment 23 che all’attore, che, non potendosi sottrarre al suo passato, lo evidenzia, dal primo “I don’t want to wait” della prima puntata al funerale di Dawson, dall’analisi della sua carriera nella prima stagione ai difficili rapporti con gli ex colleghi nella seconda. È abbastanza evidente quindi che la forza e l’appeal di Apartment 23 sia legato a doppio filo al nome di Van Der Beek, lasciando in ombra quelle che dovrebbero essere le vere protagoniste. Combattere contro questo fenomeno sarebbe una battaglia persa in partenza: la colpa non sta nelle carenze delle ragazze, le quali riescono a essere all’altezza della loro controparte. Semplicemente non si può andare contro un affetto (un amore) e un legame tra personaggio e pubblico lungo, contate le repliche, più di un decennio.
Non fidarti della s*** dell’interno 23 [Don’t Trust the B—- in Apartment 23, USA 2012] IDEATORE Nahnatchka Khan
CAST Dreama Walker, Krysten Ritter, James Van Der Beek.
Sitcom, durata 22 minuti (episodio), stagioni 2