Questo Sconosciuto
Roberto Raviola, classe 1939, bolognese, in arte Magnus.
Unknow, classe… boh, “apolide”, in arte Lo Sconosciuto.
Sulla carta, uno dei fumettisti più celebri di sempre e il personaggio campione di anonimato hanno poco da spartire. Ma Lo Sconosciuto è forse il fumetto più personale di Magnus. Quello che lo ha affrancato dalla precedente produzione seriale, consacrandolo anche come sceneggiatore delle proprie opere.
Ma anche quello con cui ha “voluto enfatizzare il mondo che lo circondava” e che lo ha accompagnato per vent’anni di carriera, accumulando le sue cicatrici e assimilando l’evoluzione del suo tratto. L’imperdibile edizione integrale a cura di Rizzoli ne raccoglie le tre fasi in un unico volume. Dalle storie pubblicate dal ‘75 al ‘76 per la Edifumetto di Renzo Barbieri, al ciclo inaugurato con Full Moon in Dendera per il mensile Orient Express, fino alle storie pubblicate su Comix negli anni Novanta. Un succedersi di capolavori che, dalla storia sceneggiata con Francesco Guccini fino all’ultima dedicata alla scomparsa di Bonvi, trascinano il nostro da Marrakech ad Haiti, passando per Roma e Mont St. Michel, per poi farlo quasi ammazzare a Beirut e rimetterlo in piedi a Nazareth, pronto per l’Egitto e la Bolivia fino a un bianco Natale di New York. Ma cos’è che sbatte Unknow in giro per il mondo? Soldi, fortuna, casualità. Unknow fa il mercenario, non è avido né idealista, non si interessa alle cause ma alla fine se ne frega “anche dei rubli”. Quel che gli preme è salvare la pelle. Cosa non facile visto che intorno a lui è una festa di proiettili vaganti, granate esplosive e intestini sparsi ovunque. Un quadretto di precarietà che ben riflette il clima instabile degli anni ’70 e non manca, anche in seguito, di precisi riferimenti all’attualità. Alla varietà delle ambientazioni, splendidamente restituite da un tratto sempre più raffinato, si accompagna l’esplorazione di testi e culture, come sarà per l’oriente alla base di Milady nel 3000, I Briganti e Le 110 pillole. Realismo e violenza fanno de Lo Sconosciuto un’opera sui generis, lontana dalle campiture schematiche e contrastate degli esordi (Kriminal, Satanik) e più vicina, a partire dagli anni ‘80, alla grafica elaborata e alla “ligne claire” di Necron e del Texone. Perché se c’è qualcosa che accomuna tutte le opere del Viandante – così si firmava nei primi albi della serie – è una costante sensazione di processualità, un sospingersi “oltre” che è anche oltre i propri limiti. Un po’ come fa Unkow, che sfugge a sua volta a ogni etichetta (Unknow… senza la N) e a un passato di ricordi ingombranti, per rialzarsi sempre più ammaccato. E all’uomo per il quale “se si vuol precedere bisogna voltar le spalle e rinunciare”, risponde che “forse voltar le spalle vuol dire rinunciare, ma ‘procedere’ significa soltanto riuscire a andare avanti”.
Lo Sconosciuto – Edizione integrale [Italia 2012]
TESTO e DISEGNI Magnus.
PUBBLICATO DA Rizzoli Lizard.