Meglio soli
In una campagna belga estiva e piovosa, due fratelli, 15 e 13 anni, e un “fratello” acquisito per amicizia e vicinanza di condizione si ritrovano abbandonati a se stessi da genitori assenti o invisibili, a condividere brutali lezioni di vita cui rispondere con un necessario umorismo e un agire senza sosta.
Di estati di formazione cinematografiche ne abbiamo viste a bizzeffe: al centro di questo piccolo film belga al posto di accadimenti straordinari c’è un’ordinaria battaglia per la sopravvivenza. L’esplorazione del bosco, dei campi, del fiume, non è ricerca di avventura adolescenziale, bensì una mesta necessità in attesa di qualcuno che non arriva, un modo per passare il tempo, mentre si prende coscienza dell’abbandono e si cercano soluzioni di sopravvivenza che si riveleranno una a una fallimentari. Bouli Lanners lascia alle espressioni mutevoli dei ragazzini il compito di rappresentare tutta l’incertezza di un’esistenza che si forma, con scoppi di risa che squarciano in un secondo il velo di tristezza quasi disperata che di tanto in tanto affiora nei loro volti. La natura fa da immensa cornice, sineddoche di quel mondo che i protagonisti dovranno imparare a conoscere da soli, con la stessa curiosità con cui testano una pistola o una tintura per capelli.
Oggetto di un odio immotivato, picchiati e raggirati da adulti senza cuore, per Zak, Seth e Dany non c’è altro da fare se non tenersi stretta perlomeno quella libertà un po’ anarchica cui loro malgrado si sono abituati. Anche quando tra gli adulti ostili e caricaturali (l’improponibile spacciatore e il fratello violento di Dany) spunta miracolosamente una “fata buona”, l’impressione è che la sua muta generosità fuori dal tempo sia altrettanto distante dalla realtà e dalle necessità dei tre ragazzini, comunque costretti a curarsi da soli della propria incolumità, e infine decisi a navigare da soli nelle acque dell’età adulta. Passato dalla Quinzaine des réalisateurs a Cannes nel 2011, Un’estate da giganti non si pone di problematizzare troppo il contesto né di dipingere un affresco sociale, ma fa centro puntando tutto sull’indubbia freschezza del racconto, sull’efficacia degli interpreti, sulla costruzione dell’immagine opportunamente punteggiata dalla colonna sonora di The Bony King of Nowhere.
Un’estate da giganti [Les gèants, Belgio 2011] REGIA Bouli Lanners
CAST Paul Bartel, Zacharie Chasseriaud, Martin Nissen, Marthe Keller
SCENEGGIATURA Elise Ancion, Bouli Lanners. FOTOGRAFIA Jean-Paul de Zaetijd.
Drammatico, durata 85 minuti.