Un discreto oggetto d’intrattenimento
In realtà, la Revelation del sottotitolo è puramente narrativa. Chiunque abbia già visto il primo Silent Hill di Christophe Gans (e Roger Avary) non scoprirà nulla di nuovo, si beccherà solo un superspiegone degli eventi fin lì accorsi. La rivelazione è tutta per la giovane Sharon, la bimbetta corvina del primo film, ora diciottenne afflitta da incubi matrioska con spastici orrori ambulanti e clown demoniaci, aracno-manichini e derive fetish alla Hellraiser.
Sono i cari vecchi demoni della città fantasma di Silent Hill che la chiamano e la rivogliono, ne hanno bisogno per liberarsi della maledizione che li tiene imprigionati in una violenta e oscura dimensione parallela. La braccano vita natural durante, e più le si avvicinano più la realtà si confonde con la fantasia. Finché le rapiscono il padre: ormai sull’orlo della pazzia e di una monumentale crisi di nervi, Sharon s’incazza e decide di affrontare i demoni. Povera sciocca. Questa, più o meno, è la trama. Ma in fondo, chi se ne frega. Al regista Michael J. Bassett (anche sceneggiatore) interessa inanellare una serie di sequenze d’effetto estranee al normale rapporto temporale causa/effetto, nel tentativo di girare un horror puro, fatto unicamente di emozioni e sperimentazioni visive. E in parte ci riesce. Nulla di nuovo, dal luna park demoniaco ai MacDonald’s per cannibali, ma il ritmo è sostenuto, lo splatter al punto giusto e gli effetti speciali fanno il loro porco effetto. I corpi tronchi e mutilati dai movimenti vibranti e inconsulti, le deformi infermiere supertettone, il demone con la testa a piramide, il manichino-ragno multitesta: la prevedibile inutilità del 3D (tutto robe che ti arrivano in faccia e schizzetti di sangue in primo piano) non riesce a scalfire la loro inquietante bellezza. E anche il continuo ricorso a ombre minacciose e sparate di effetti sonori improvvise è meno fastidioso che in altre parti, una volta entrati nel ritmo del film. Un’ora e mezza passa in fretta e si arriva con uno stato d’animo in grado (quasi) di perdonare il ridicolo scontro finale, satolli ma non dispiaciuti: l’importante è di non avere grandi pretese, e allora Silent Hill: Revelation svelerà appieno le sue potenzialità di discreto oggetto d’intrattenimento. Che poi valga la pena cacciare 8 euro (dieci col 3D) per un film del genere, è un altro discorso. Forse sì. Orsù, non siate choosy.
Silent Hill: Revelation [id., USA 2012] REGIA Michael J. Bassett
CAST Adelaide Clemens, Sean Bean, Carrie-Anne Moss, Malcom McDowell
SCENEGGIATURA Michael J. Bassett. FOTOGRAFIA Maxime Alexandre. MUSICHE Jeff Danna e Akira Yamaoka.
Horror, durata 94 minuti.