Don’t dream it. Be it.
Questa è la storia di The Rocky Horror Picture Show, il film del 1975 diretto da Jim Sharman su di un soggetto di Richard O’Brien, la stessa coppia di autori che portò sulle scene di Broadway il musical omonimo nel 1973 (fatto salvo per quel “picture” che segna la distanza del mezzo ma non del messaggio).
Due one hit wonder si direbbe col linguaggio musicale degli anni ’80, quando cantanti più o meno portati per merito o per fortuna riuscivano a confezionare canzoni di incredibile appeal commerciale, salvo poi sparire nell’anonimato più fondo e riemergere solo vent’anni più tardi su di un’isola con altri bolliti della televisione (ogni riferimento all’Italia non è puramente casuale). Sono stati gli attori, a differenza dei due autori che dopo il Rocky Horror (Picture) Show faranno poco o nulla, a trovare nel musical e nel film un trampolino di lancio per una carriera: nel mondo del cinema, come Susan Sarandon; o in quello della musica, come Tim Curry, l’originale e unico Frank-N-Furter, che riuscirà anche a sfondare con dischi da solista; o come, in modo ancora più evidente, Meat Loaf, che nel 1973, quando si accingeva a salire per la prima volta sul palco di Broadway nel piccolo ruolo del motociclista Eddie, non poteva immaginare che sarebbe diventato uno dei più grandi interpreti di power ballad della storia del rock. Il merito va tutto a Richard O’Brien, autore inglese poliedrico che, non contento di aver scritto il soggetto e le parti musicali, si era calato nella narrazione nel ruolo del servo storpio Riff Raff (sia nel musical che nel film), forte delle sue ottime doti canore e di un eclettismo sregolato, talmente fuori dalla norma che un anno prima di mettere in scena il Rocky Horror Show aveva recitato nel film Le avventure sessuali di Greta in 3D di Pete Walker. Il merito sicuramente più grande fu di rendere il musical (e di conseguenza anche il film) interattivo. Chi ha assistito ad una rappresentazione teatrale di una qualunque compagnia, dalla Compagnia della Rancia al London Musical Theatre, sa che in alcuni momenti il pubblico deve partecipare attivamente alla storia con oggetti o semplicemente gridando all’unisono “who?”. Fermo restando che il primo vero tributo da pagare se si vuole assistere allo show è vestirsi come uno dei personaggi: calze a rete strappate, vestiti neri, trucco pesante, chioma scapigliata, tutto quello che serve per partecipare ad un meraviglioso rito horror-kitsch.
P.S.: Se siete appassionati di musica, vi consiglio di recuperare la colonna sonora del musical Original Roxy Cast registrata nel 1974. Fidatevi, è un’esperienza.
The Rocky Horror Picture Show [Id., USA 1975] REGIA Jim Sharman.
CAST Tim Curry, Susan Sarandon, Barry Bostwick, Richard O’Brien, Patricia Quinn.
SCENEGGIATURA Jim Sharman, Richard O’Brien. FOTOGRAFIA Peter Suschitzky. MUSICHE Richard O’Brien.
Musicale/Commedia, durata 100 minuti.