Archivio Aperto, 27-28 ottobre, Bologna
L’intimità ragionata
Ad Archivio Aperto è stato presentato il semi-invisibile Diaries (1971-1976) di Ed Pincus, film-diario, come sottolinea il titolo, ma anche documentario, macrofilm di famiglia in cui Ed volge la cinepresa sulla moglie Jane e i figli Sami e Ben, oltre che su se stesso e su amici, collaboratori, amanti che gravitavano intorno ai Pincus tra il 1971 e il 1976.
Se i film-diario di Pierre Clémenti presentati l’anno scorso erano folgoranti sperimentazioni linguistiche del tutto private, Diaries è un progetto ambizioso commissionato dal MIT, per cui Pincus lavorava all’epoca assieme, tra gli altri, a Richard Leacock e Jim McBride: l’idea nasce dalle suggestioni del cinéma-vérité, dalla fiducia nell’avvicinamento della macchina da presa alla realtà reso possibile dalla riduzione delle dimensioni dei dispositivi di ripresa, ora portatili; dalla volontà di documentare quello che era giustamente percepito come un momento di epocali cambiamenti e rivolgimenti della percezione sociale e politica della propria individualità e di istituzioni quali appunto la famiglia. Il progetto, ultimato nel 1980, fa di cinque anni della vita vissuta e osservata da Ed il proprio oggetto. Il risultato è un complesso film-fiume di oltre tre ore, in cui la suddivisione in parti che rispetta il susseguirsi di stagioni e anni si intreccia con dinamiche familiari e lavorative che ricorrono: le vacanze estive o invernali in Vermont, gli incidenti quotidiani, una gamba rotta, un aborto, le giornate conviviali con gli amici o gli eventi familiari, ma anche l’eterno ritorno di umani dubbi e confronti sulle proprie scelte esistenziali, che qui sono, inevitabilemente, anche asserzioni politiche. Perché come in ogni diario è la parola ad emergere prepotente: la vita dei Pincus oltre che agita è parlata e ragionata, una continua analisi delle proprie relazioni interpersonali, talvolta iper-razionalizzante, talvolta dolorosa e coinvolgente. Questa marea di immagini e di vita che ci viene incontro evoca le sensazioni più diverse: dal coinvolgimento emotivo a un senso di violazione della vulnerabilità dei soggetti protagonisti, dal privilegio di assistere al dipanarsi della Storia all’imbarazzo di fronte al disvelamento impietoso di certe fragilità. Sottese a Diaries ci sono suggestioni universali che accompagnano la pratica del cinema nell’accezione più estesa possibile: la periodica riluttanza di Jane, la divertente ma decisa protesta del piccolo Ben a un certo punto del film, sottolineano il corto circuito tra la consapevolezza dell’essere oggetto di un preteso abbattimento del filtro della “scena” e l’impossibilità di essere completamente autentici. E dunque è veramente possibile riprendere la reale quotidianità, essere se stessi di fronte all’invadenza di un occhio meccanico? Quando l’ex collaboratore Dennis Sweeney impazzisce e minaccia Ed e la sua famiglia, il quesito pare assumere una risposta positiva nel modo più inquietante e contradditorio possibile. Resta intatta la bellezza di un film dalla vita travagliata (alle minacce seguì un omicidio, e una comprensibile crisi di Pincus con conseguente sparizione del film) e l’assoluta certezza che poche cose riescono a restituire lo spirito e la complessità di un’epoca quanto gli home movies.
Diaries (1971-1976) [Id., USA 1981], REGIA Ed Pincus.
CAST Ed Pincus, Jane Pincus, Sami Pincus, Ben Pincus.
FOTOGRAFIA Ed Pincus.
Documentario, durata 200 minuti.