Non aprite quella scatola
Mai comprare a scatola chiusa. Soprattutto se la scatola è antica. Soprattutto se intendete aprirla. La piccola Em Brenek nella sua ci trova un Dybbuk, uno spirito maligno che si impossessa dei corpi altrui. The Possession di Ole Bornedal ha tutte le carte in regola per un perfetto film di esorcismi.
L’adolescente demoniaca, il divorzio dei genitori, uno spirito vendicativo direttamente dai lager nazisti e un’apposita comunità di rabbini. Oltretutto, il film prodotto da Sam Raimi unisce continui rimandi al filone classico o classicista – Em richiama fin dal nome Emily Rose – a tematiche care all’horror orientale dagli anni Novanta in poi, con bambini vittime di divorzi e abbandoni. Anche ne L’esorcista, Reagan viveva sola con la madre e all’illustre predecessore fanno riferimento gli esami medici cui è sottoposta Em. Ma Bornedal non è Friedkin e la sceneggiatura di Juliet Snowden e Stiles White non gli viene in aiuto. La materializzazione del senso di colpa e il disincanto verso la scienza, più che un ritratto del rimosso, finiscono col comporre un vero e proprio inno reazionario, con tanto di punizioni karmiche verso i membri della famiglia. Il tema sotteso della perdita di sé compensata da surrogati (il padre allena una squadra ma non ha controllo sui propri affetti, la madre cerca conforto nelle perline, le figlie nel ballo o nell’animalismo) è un riuscito spunto di riflessione sulla precarietà dell’individuo contemporaneo e sul senso di instabilità che lo spinge ad aggrapparsi a mistificazioni e obiettivi occasionali. Ma la trattazione semplicistica dello sradicamento vissuto dalle figlie e la condanna di ogni tipo di cambiamento – nuova casa, nuovo compagno, nuovo lavoro – si appellano a un conservatorismo che a tratti sfiora il ridicolo. Meritano un plauso la cura della colonna sonora e l’eccellente fotografia di Dan Laustsen, fattori di un quadro di inquietudine di cui la piccola Natasha Calis è l’indiscussa protagonista. Tuttavia le lacune si fanno sentire in certi raccordi poco curati, nel parossismo di molte situazioni e nella pretestualità del mostro, sommariamente tratteggiato tanto dal punto di vista estetico quanto da quello concettuale. Agli appassionati di “dybbuk-box” consigliamo uno sguardo a eBay. C’è un tale che nel 2004 giura di averne acquistata una.
The Possession [Id., USA/Canada 2012], REGIA Ole Bornedal.
CAST Jeffrey Dean Morgan, Kyra Sedgwick, Natasha Calis, Madison Davenport.
SCENEGGIATURA Juliet Snowden, Stiles White. FOTOGRAFIA Dan Laustsen. MUSICHE Anton Sanko.
Horror, durata 92 minuti.