Natural Born Dealer
Le belve per Oliver Stone rappresenta un ritorno voluto e divertito ad una serie di elementi che hanno caratterizzato il proprio percorso autoriale.
Se l’ambizione, il potere ma soprattutto il mondo della droga non possono che far pensare a Scarface, lo stile registico sincopato sempre pronto a superare il limite del rappresentabile rimanda chiaramente ad Assassini Nati, mentre il ruolo degli stupefacenti richiama al rapporto che Jim Morrison possedeva con esse in The Doors. Ciò che veramente tiene unito il tutto è il rapporto a doppio legame, vera costante in Stone, tra i personaggi e il capitalismo americano in grado di influenzare tutto ciò con cui viene a contatto. Ne Le belve insomma Stone ci mette un po’ di tutto ma a fare la vera differenza è il come questo alla fine venga rappresentato. Il regista statunitense crede da sempre ad un cinema vibrante capace di cogliere lo spettatore non solo nel profondo, mettendo in scena una narrazione spettacolare partendo da un ménage a trois che trova la perfezione nel suo programmatico equilibrio, il braccio e il cuore rappresentati dai due protagonisti, a capo di un’attività di coltivazione e spaccio di marijuana; nella loro netta divisione caratteriale sono impossibilitati allo scontro che esclude la divergenza perché interiorizzata nell’animo imprenditoriale. La donna al centro, Ophelia, diviene perfetto simbolo di condivisione e terreno di scambio che i due si concedono, ago di una bilancia perfetta rappresentazione dell’assimilazione capitalistica dell’idea di possesso. Concetto questo portato sempre più al parossismo quando Ophelia verrà rapita dalla gran signora del narcotraffico messicano, in seguito alla rinuncia dei due protagonisti ad una sua proposta. Come in precedenza si diceva, ciò che veramente è interessante ne Le belve è il come e non il cosa: la narrazione infatti a più riprese è poco credibile e il triangolo nella sua intransigente rigidità è poco intrigante. A funzionare però è il tono che si situa a metà tra il parodico e il caricaturale, come ben sottolineano i personaggi e le interpretazioni di Del Toro e Travolta. Un tono mai serio che per la prima parte forse si fa fatica a cogliere, ma che esplode del tutto in un finale che rovescia l’epica western leoniana non evitando purtroppo una morale che fino all’ultimo aveva cercato di schivare.
Le belve [Savages, USA 2012] REGIA Oliver Stone.
CAST Blake Lively, John Travolta, Benicio Del Toro, Salma Hayek.
SCENEGGIATURA Don Wislow, Shane Salerno, Oliver Stone. FOTOGRAFIA Daniel Mindel. MUSICHE Adam Peters.
Thriller, durata 131 minuti.