Il suono duplice
Quello di Io e te è un universo dicotomico, diviso tra esterno ed interno: fuori e dentro dalla cantina e da Lorenzo. La sua interiorità non viene mai resa da una retorica classica, con soggettive e pensieri personali. Di lui sappiamo poco, sia a livello fattuale che caratteriale.
Quello che sappiamo ci viene trasmesso dalla musica e dalla colonna sonora completa. Si crea così una dualità tra l’ambiente esterno, le cui coordinate spazio-temporali ci arrivano dai suoi rumori (il traffico, gli uccellini), e Lorenzo che ci parla tramite la sua musica. A sua volta, però, il ragazzo è ambivalente. Comunica con la musica moderna, in linea con i suoi coetanei, mentre nella sua intimità, le sue immaginazioni offrono uno scenario onirico, in cui domina la scena una musica da film che ricalca i propri stilemi più canonici. A tal proposito arriva sotto i riflettori il creatore della banda sonora, o meglio, colui che l’ha combinata in modo armonico, sfruttando contrasti e opposizioni a regola d’arte. Franco Piersanti dà qui l’ennesima prova della sua abilità, alternando momenti di puro prelievo musicale a veri e propri saggi di bravura in cui mostrare, fin quasi ad ostentarli, la retorica e gli stilemi della musica per film. Anche il film stesso si compone di due parti. Una cornice, che inizia e conclude la pellicola, in cui la musica (di ogni tipo sopraccitato) è al limite della ridondanza e mai veramente extradiegetica, a scapito dei dialoghi, ridotti al minimo. E una parte centrale, in cui il ragazzo e la sorellastra si chiudono in cantina. Qui la musica appare raramente, mentre i dialoghi, seppure ermetici, aumentano. Questo fino al momento del contatto tra i due personaggi, il cui apice è sancito da una sorta di esplosione delle voci di Olivia e David Bowie, che in fondo riescono a definire i due giovani come Ragazzo solo, ragazza sola. La parte centrale del film è inoltre quella che più risente del lavoro precedente di Bertolucci, The Dreamers, registrando il sesso come grande assente. Questo però non impedisce ai corpi di guadagnare centralità, rendendosi a tratti fluidi e sinuosi, filtranti quanto la musica, come a sopperire alla sua mancanza. Per quanto poco soddisfacente possa risultare il soggetto, ricco di incongruenze e dall’appeal molto debole, la composizione mette il nome di Piersanti in bella vista (artistica), accanto a quello di Bertolucci, cui va il merito di aver sfruttato al meglio ed esaltato un lavoro che spesso rimane sommerso.
Io e te [id., Italia 2012], REGIA Bernardo Bertolucci.
CAST Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono.
SCENEGGIATURA B. Bertolucci, Niccolò Ammaniti, Umberto Contarello, Francesca Marciano. FOTOGRAFIA Fabio Cianchetti. MUSICHE Franco Piersanti.
Drammatico, durata 103 minuti.