Come in una ciotola di ciliegie
Il problema del rapporto fra cinema e musica è stato materia di studio a partire dalle sonorizzazioni del muto, passando per i primi vagiti del rock sul grande schermo (quel Rock Around the Clock colonna portante del film Il seme della violenza), fino ai grandi compositori.
Oggi ci troviamo davanti ad uno scenario per certi versi affascinante, nel quale alla base della colonna sonora non vi è il film nella sua interezza bensì le sue parti, accuratamente segmentate e rese indipendenti, come insegnano i vari Scorsese, Tarantino ecc… In questo senso Andrew Dominik, regista di Cogan – Killing Them Softly, dimostra di aver accolto il verbo della frammentazione tipicamente post-moderno mettendo su una colonna sonora il cui ruolo è sottolineare una condizione interiore o esteriore di ciò che accade sullo schermo. Questa operazione, portata agli estremi, genera una sorta di “effetto soglia” nel quale la musica è talmente aderente ad uno status da oltrepassarlo, generando asincronia fra immagine e suono. Troviamo il primo esempio di questo modus operandi nella sequenza dell’arrivo di Cogan (Brad Pitt) che si aggira come un condor fra le strade della città. Sappiamo che è stato chiamato per punire i due ladri della partita di Trattman ed ecco che in sottofondo sentiamo Johnny Cash con The Man Comes Around. Subito dopo i due ladri, ormai convinti di averla fatta franca, vivono come se il mondo al di fuori di loro non esistesse: ad accompagnarli c’è Jack Hylton & His Orchestra con Life is Just a Bowl of Cherries, un brano che sembra uscito da una commedia sofisticata degli anni ’40. Ci imbattiamo poi in una sequenza molto espressiva, nella quale la macchina da presa mima le alterazioni di stato di uno dei due ladri a seguito di una dose di eroina. Come sottofondo ideale, ma a mio avviso banale, troviamo Heroin dei Velvet Underground. L’effetto soglia lo si raggiunge dalla metà in su del film con brani come Love Letters e It’s Only a Paper Moon mentre l’ultimo brano che chiude il film, Money di Barrett Strong, conclude idealmente anche questa idea di colonna sonora. Tarantino & Co. sanno bene che non importa usare una canzone che parla di un killer per descrivere un killer, l’importante è indovinare una combinazione di immagini e suono che solo in un secondo momento potrà essere ri-utilizzata come simbolo (vedi You Never Can Tell di Chuck Berry). Dominik questo non l’ha capito del tutto, e così le canzoni invadono lo schermo e solo a volte lo sostengono, mostrando la vera faccia del film: un prodotto molto curato, ma a cui a tratti manca l’anima.
Cogan – Killing Them Softly [Killing Them Softly, USA 2012] REGIA Andrew Dominik.
CAST Brad Pitt, James Gandolfini, Scott McNairy, Ray Liotta.
SCENEGGIATURA Andrew Dominik (tratta dal romanzo Cogan’s Trade di George V. Higgins). FOTOGRAFIA Greig Fraser. MONTAGGIO Brian A. Kates.
Thriller/Azione, durata 97 minuti.