Claustrofobia di esterni
On the Road racconta un viaggio. Quello che Sal Paradise (Sam Riley), affronta per trovare l’ispirazione per scrivere il suo libro. Il viaggio, oltre a sbloccare Sal come scrittore, aderisce totalmente alla sua ricerca esistenziale, arricchita dalle persone incontrate lungo il percorso. Personaggi estremizzati, che vedono nel nomadismo la realizzazione della loro filosofia di vita.
Il film di Salles risente in maniera prevedibilmente determinante del libro di Kerouac, ma si concentra soprattutto sugli spazi interni e sulla loro angustia. La strada corre dritta verso l’orizzonte, con riprese statiche e silenziose, dovute alla solitudine di Sal, unico personaggio che davvero cammina sull’asfalto, il solo ad affrontare realmente il percorso, consumando le proprie scarpe. Nonostante si tratti di un film su un viaggio, non troviamo un’abbondanza di immagini aperte e di ampio respiro. Anzi, la maggior parte del film si chiude dentro le stanze e dentro le auto. Spazi chiusi e sempre sovraffollati, in cui la macchina da presa traballante segue il ritmo frenetico e incerto dei protagonisti. Tra di essi rimangono infatti molti silenzi: sebbene essi rivendichino una totale trasparenza e intimità, tra loro restano numerose zona d’ombra. Il risultato finale non eccelle. Salles si lascia sfuggire molte ghiotte occasioni per costruire sequenze e inquadrature di grande valenza artistica o estetica, concentrandosi su dettagli minori, ma non curandosi di porre rimedio ad alcuni blooper obiettivamente evitabili. I protagonisti sono estremi nel loro essere, legati da relazioni promiscue di vario tipo, ma non riescono comunque ad essere incisivi. Le interpretazioni migliori restano così appannaggio dei ruoli secondari, tra cui Kirsten Dunst, Steve Buscemi e Viggo Mortensen. Il film si avvale, inoltre, di troppe ellissi narrative che, oltre ad accrescere il senso di ambiguità, contribuiscono al disorientamento dello spettatore, catapultato nella pellicola senza titoli di testa o riferimenti reali. Solo le didascalie scandiscono il tempo che passa e il passare dei luoghi. Lo spettatore, dall’interno delle stanze che vede, difficilmente potrebbe dedurlo. L’opera si realizza in pieno negli ultimi minuti, quelli che danno circolarità alla trama, e nei titoli di coda, in cui il soggetto sembra finalmente potersi sfogare in tutta la sua ampiezza e semplicità. Resta un plauso per le ottime scelte musicali, che impediscono di lasciarsi assopire da silenzi e ondeggiamenti.
On the Road [id., Brasile/Francia/UK/USA 2012], REGIA Walter Salles.
CAST Kirsten Dunst, Garrett Hedlund, Sam Riley, Kristen Stewart.
SCENEGGIATURA José Rivera. FOTOGRAFIA Éric Gautier. MUSICHE Gustavo Santaolalla.
Drammatico, 124 minuti.
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