Esorcizzazione americana
Dopo alcuni deludenti risultati, William Friedkin torna al cinema con Killer Joe, commedia nera dagli echi tarantiniani presentata ai Festival di Venezia e Toronto 2011.
Chris – giovane spacciatore indebitato – decide, con l’approvazione del padre, di assoldare Joe Cooper (poliziotto di professione, assassino a pagamento per hobby), per uccidere la madre e riscuoterne la ricca polizza sulla vita. Impossibilitato però a pagare il killer in anticipo, il ragazzo gli cede in caparra la sorella Dottie. Ma non tutto andrà come previsto. Facendo un po’ il verso a La fiamma del peccato e in generale al noir classico, il regista rispolvera stili e tematiche a lui care, venendo a mostrare un braccio (davvero) violento della legge, in una forma che punta a riflettere sulle paure e ossessioni comuni dei nostri tempi. Omicidi, violenze, stupri e altro sono sempre caricati all’eccesso, portando a stemperare il senso di disagio dovuto all’impasse spettatoriale in favore di una sua sdrammatizzazione. Il tono grottesco che caratterizza il film diventa quindi una chiave di lettura interessante dello stesso. Friedkin viene a (far) ridere di una certa America (ma non solo), quella che vive del denaro, da cui è mossa e guidata e per cui è disposta a tutto. Joe e Chris sono due facce della stessa medaglia: entrambi campano cinicamente sul dolore degli altri (la morte delle vittime per uno, la tossicodipendenza per l’altro), mentre il padre, la matrigna e la sorella del giovane – incapaci di gestire qualsiasi aspetto delle proprie vite e così ingenui da lasciarsi convincere dai due personaggi – si fanno coinvolgere in una situazione chiaramente più grande di loro. E cosa sono queste se non rappresentazioni di chi, mosso dal desiderio e dalla finta promessa di soldi “facili”, finisce però sempre per restare fregato? L’autore viene così a mettere alla berlina il sogno americano, tornato di moda in questi anni di crisi. Per i poveri (di spirito) non c’è speranza. Violenza e denaro sono sì simboli e strumenti di potere, ma tanto seducenti quanto pericolosi, perché, come nel raggelante finale, c’è sempre qualcun altro che tiene una pistola dalla parte del grilletto. Il lato oscuro del mondo spaventa, ma è tramite la sua esorcizzazione che è possibile superarne la paura. E Friedkin si dimostra ancora l’esorcizzatore di un tempo.
Killer Joe [id., USA 2011] REGIA William Friedkin.
CAST Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Thomas Haden Church, Juno Temple.
SCENEGGIATURA Tracy Letts. FOTOGRAFIA Caleb Deschanel. MUSICHE Tyler Bates.
Drammatico/Noir, durata 103 minuti.