Erotismi mancati
Due momenti balzano all’occhio più di altri in De rouille et d’os. Nel primo, Marion Cotillard è intenta a fare il suo primo bagno al mare dopo l’incidente che le ha causato la perdita delle gambe: inquadrata da dietro mentre galleggia supina, le sue forme, al centro dell’inquadratura, vengono messe in risalto dall’abito bagnato che indossa.
Nel secondo, la stessa protagonista è nuda, sdraiata a pancia in giù sopra Matthias Schoenaerts: la parte amputata della gamba coincide col margine dell’inquadratura, mentre la coscia è posta in evidenza da un vistoso tatuaggio. Non è la prima volta che Jacques Audiard cerca di ragionare su corpi imperfetti, handicap fisici, mancanze strutturali: in Sur mes lévres Emmanuelle Devos traeva dalla propria sordità la capacità di leggere le labbra delle persone, quindi ad essere l’unica in grado di riuscire a comprendere ad una distanza considerevole, grazie all’uso del solo binocolo, i maneggi di una banda di malviventi. Al contrario, in questa ultima opera, non vi è alcuna ipersensibilità, alcuna capacità di sopprimere il corpo tumefatto di fronte allo shock derivato dalla mancanza degli arti. E’ proprio lo shock a farla da padrone, a sopprimere la travolgente carica erotica emanata nelle scene esposte poc’anzi. Se il centro del quadro mostra tutta l’appassionante sensualità scaturita dal corpo, i limiti la azzerano inesorabilmente. Marion Cotillard non può più “vestirsi come una puttana” ed è costretta ad assumere Matthias Schoenaerts quale cavia, oggetto sessuale, elemento funzionale alle proprie esigenze. A lui (quando “opè”) non cambia nulla: abituato a prendere colpi, a subire quasi senza sentire alcunché, è come un muro inerme di fronte a lei. D’altronde, chi altro si sognerebbe di offrire un drink a una ragazza che lascia intravedere una protesi tra la scarpa e l’orlo dei pantaloni? Un cinema di corpi mutilati, dunque, che non lascia spazio ad alcuna speranza di riscatto (certo, la protagonista si scopre in grado di lavorare egregiamente nel campo delle scommesse clandestine… ma che c’entra con la menomazione fisica?), ma che lavora su erotismi mancati e cinismi endemici, in una storia altrove debole in struttura e tematiche.
Un sapore di ruggine e ossa [De rouille et d’os, Belgio/Francia 2012], REGIA Jacques Audiard.
CAST Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Céline Sallette.
SCENEGGIATURA Jacques Audiard e Thomas Bidegain. FOTOGRAFIA Stéphane Fontaine. MUSICHE Alexandre Desplat
Drammatico, durata 120 minuti.